Venezia80, vincitori e vinti
Dall’80esima Mostra del Cinema di Venezia il settore ne esce bene, ma non benissimo. Ecco tutti i vincitori (e i vinti)
Venezia80, vincitori e vinti
Dall’80esima Mostra del Cinema di Venezia il settore ne esce bene, ma non benissimo. Ecco tutti i vincitori (e i vinti)
Venezia80, vincitori e vinti
Dall’80esima Mostra del Cinema di Venezia il settore ne esce bene, ma non benissimo. Ecco tutti i vincitori (e i vinti)
Dall’80esima Mostra del Cinema di Venezia il settore ne esce bene, ma non benissimo. Ecco tutti i vincitori (e i vinti)
Vince il film migliore. “Poor Things” lo è, di gran lunga, rispetto a tutta la concorrenza. Per meriti propri: intelligente, amabile, divertente, coraggioso, esteticamente travolgente. E demeriti di altri contendenti, pezzi da novanta soltanto sulla carta (Michael Mann con “Ferrari” e David Fincher con “The Killer” viaggiano lontani dai loro lavori più riusciti).
La giuria degli autori – dove campeggiano quattro premi Oscar: il presidente Damien Chazelle, Jane Campion, Martin McDonagh, Laura Poitras – premia i propri pari. Oltre al greco Yorgos Lanthimos (ma “Poor Things” batte bandiera britannica e a interpretarlo ci sono star di Hollywood) con il Leone d’oro per il miglior film, sul secondo e terzo gradino del podio ci sono il giapponese Ryusuke Hamaguchi con il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria e Matteo Garrone con il Leone d’argento – Premio per la migliore regia.
Esclusi dal palmarès i meritevoli – ma non così tanto da poterne farne un dramma – “Maestro” di Bradley Cooper, specie per i suoi interpreti (lo stesso Cooper, nel ruolo di Leonard Bernstein, e Carey Mulligan), l’intenso polacco “Kobieta Z…” diretto a quattro mani da Małgorzata Szumowska e Michał Englert.
Agnieszka Holland con l’altro polacco “Il confine verde” avrebbe potuto confidare in qualcosa di più “pesante” del Premio Speciale della Giuria. La premiata sceneggiatura di “El Conde”, scritta dal regista Pablo Larraín con Guillermo Calderón, è il pezzo forte del film. Finissima la prova di Peter Sarsgaard in “Memory”, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.
Cailee Spaeny è brava in “Priscilla”. Ma le sarebbe, forse, calzato meglio il Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente rispetto alla Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Data soprattutto la concorrenza micidiale: Mulligan, Chastain, Seydoux. Ed Emma Stone, ovvio. La diva americana – fra i grandi nomi assenti al Lido, causa sciopero del sindacato attori USA – è strepitosa in “Poor Things”. Molto probabile abbia dovuto cedere il passo al Leone d’oro, per assegnare il quale il regolamento vieta l’abbinamento con altri riconoscimenti ufficiali. Tra attore e film, si predilige il film. A Venezia successe lo stesso con “The Wrestler” per Mickey Rourke e con “Joker” per Joaquin Phoenix.
Si è resa invece necessaria una deroga per assegnare un doppio premio a “Io capitano”. Oltre alla migliore regia anche “il Mastroianni” al suo giovane protagonista, il senegalese Seydou Sarr.
Dall’80esima Mostra il nostro cinema esce bene. Ma non benissimo. Fra i sei italiani in concorso, conquista la giuria soltanto “Io capitano” di Matteo Garrone. Ma tutti i titoli tricolore, più o meno riusciti, hanno messo in campo risorse produttive di indiscutibile quantità e qualità nella resa. I tanti soldi spesi, insomma, sullo schermo si vedono eccome. Dal sottomarino di “Capitano” alla Hollywood sul Tevere di “Finalmente l’alba”.
Ciò fa ben sperare per l’industria cinematografica nazionale, che pare (più della Nazionale di calcio) viva e combattiva.
di Federico Fumagalli
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