Rock ha sbagliato, Smith di più. Ma siamo umani
All’indomani degli Oscar si parla soprattutto dell’alterco tra Will Smith e il presentatore, il comico Chris Rock. Entrambi hanno collezionato una figuraccia, chi con le parole, chi con le mani, ad accomunarli solo una cosa: la violenza, ancora più insopportabile in tempi bui come questi
Rock ha sbagliato, Smith di più. Ma siamo umani
All’indomani degli Oscar si parla soprattutto dell’alterco tra Will Smith e il presentatore, il comico Chris Rock. Entrambi hanno collezionato una figuraccia, chi con le parole, chi con le mani, ad accomunarli solo una cosa: la violenza, ancora più insopportabile in tempi bui come questi
Rock ha sbagliato, Smith di più. Ma siamo umani
All’indomani degli Oscar si parla soprattutto dell’alterco tra Will Smith e il presentatore, il comico Chris Rock. Entrambi hanno collezionato una figuraccia, chi con le parole, chi con le mani, ad accomunarli solo una cosa: la violenza, ancora più insopportabile in tempi bui come questi
All’indomani degli Oscar si parla soprattutto dell’alterco tra Will Smith e il presentatore, il comico Chris Rock. Entrambi hanno collezionato una figuraccia, chi con le parole, chi con le mani, ad accomunarli solo una cosa: la violenza, ancora più insopportabile in tempi bui come questi
La battuta di Chris Rock sulla testa rasata della moglie di Will Smith, Jada Pinkett, è stata di pessimo gusto perché è cosa risaputa che la donna soffra di alopecia, malattia autoimmune che porta alla calvizie. Non si fa ironia sulla salute, soprattutto quella altrui, senza sapere se la persona interessata sia d’accordo o meno. Eppure non sono pochi quelli che poi sono scoppiati in una fragorosa risata quando il suo look è stato accostato al ruolo interpretato da Demi Moore, “Soldato Jane”.
La Pinkett non ha riso nemmeno un po’. La sequenza è inequivocabile: la si vede mentre alza gli occhi al cielo, la regia che cambia subito inquadratura e Will Smith che subito dopo, come una furia, si avvia verso il presentatore con aria minacciosa.
Quello che ha fatto l’attore non è giustificabile, perché la violenza non lo è mai. Ma è comprensibile, perché quando si viene toccati negli affetti più cari, sale dentro qualcosa di difficilmente contenibile. Chiamatela come volete: rabbia, adrenalina, testosterone. E’ una spinta ancestrale che può far fare cose sbagliate.
Smith, che pochi minuti dopo, è salito sul palco per ritirare il premio di miglior attore protagonista ha poi chiesto scusa tra le lacrime. Sa di aver fatto una pessima figura in mondovisione nella serata in cui, dopo tanti anni di meritati successi, usciva finalmente vincitore.
E invece ne è uscito perdente. Quella che doveva essere una nottata di festa, un inno alla pace pensando all’Ucraina, si è trasformata in una serata da dimenticare, dove la vera protagonista è stata la violenza, fisica e verbale.
Non si è ancora ben capita l’importanza delle parole, quanto queste possano far male; un peso, il loro, che nemmeno l’ironia può alleggerire. La battuta di Chris Rock era più vicina al bullismo che alla satira. Va detto, però, che il comico è stato bravissimo a non reagire dopo aver preso uno schiaffone così in pieno volto! La sua non reazione è stata, probabilmente, il suo modo di chiedere scusa. O forse solo una maniera per non far degenerare ulteriormente le cose. Questo lo sa solo lui.
Il giorno dopo, a bocce ferme, c’è persino chi è arrivato a ipotizzare si trattasse di una gag costruita a tavolino ma – in tempi bui come quelli che stiamo vivendo – pensare a una sceneggiata condita dalla violenza, sarebbe stato un clamoroso autogol, inconcepibile per degli autori tanto brillanti come quelli dell’Academy. Quest’ultima, dicono i più critici, avrebbe dovuto prendere subito posizione, cacciando Smith per alcuni, Rock per altri, entrambi per molti. Invece è finito tutto così: se non a tarallucci e vino, ad hamburger e Coca Cola.
Di Ilaria Cuzzolin
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