“Zootropolis 2”, un ritorno maturo e brillante
C’era grandissima attesa per l’uscita al cinema di “Zootropolis 2”, al cinema da oggi
“Zootropolis 2”, un ritorno maturo e brillante
C’era grandissima attesa per l’uscita al cinema di “Zootropolis 2”, al cinema da oggi
“Zootropolis 2”, un ritorno maturo e brillante
C’era grandissima attesa per l’uscita al cinema di “Zootropolis 2”, al cinema da oggi
C’era grandissima attesa per l’uscita al cinema di Zootropolis 2, seguito dell’incredibile successo di pubblico e critica del 2016. Tanti anni di maturazione, ma visto il risultato ne è davvero valsa la pena. Tornare a Zootropolis significa rituffarsi in un mondo animale brulicante di vita, colori e idee, eppure questo nuovo capitolo riesce comunque a sorprendere. La cura con cui è stato realizzato traspare in ogni dettaglio: dai 178 personaggi unici appartenenti a 67 specie diverse fino al lavoro meticoloso delle quasi 700 persone che hanno costruito il film fotogramma dopo fotogramma, dando forma a un universo narrativo ancora più ricco e sfaccettato.
Proprio su questo punto è arrivata, durante l’incontro con la stampa, l’affascinante risposta della produttrice Yvett Merino a una domanda sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. In un momento storico in cui il dibattito sulla “moralità” dell’IA è sempre più acceso, le sue parole sono state chiare: “Zootropolis 2 è stato realizzato da un team di 700 persone, che hanno lavorato personalmente su ogni singolo frame. Questi film non possono essere fatti senza queste persone, che mettono tutto il loro cuore e la loro arte nel lavoro che fanno”. Una posizione netta, che ribadisce la centralità dell’artigianalità umana dietro la macchina dei sogni Disney.
Sul piano narrativo, Judy Hopps e Nick Wilde, coniglio e volpe, ora poliziotti affiatati ma sempre pronti a punzecchiarsi, si ritrovano alle prese con un mistero che li conduce nelle zone meno esplorate dell’enorme metropoli animale. Una nuova indagine che li costringe a ridefinire il senso stesso della loro collaborazione e, in fondo, a riscrivere la storia della città.
Il film scorre via veloce, senza un attimo di pausa, sorretto da una scrittura brillante che alterna comicità pura e momenti emotivi capaci di parlare a tutte le età. Come ha ricordato Merino, è forte il tema della famiglia che scegliamo, quella che costruiamo nel tempo con legami non biologici ma profondi; e altrettanto centrale è il discorso sulle minoranze ghettizzate, purtroppo sempre attuale. Non mancano riferimenti alla psicoterapia, alle fragilità di coppia e alle difficoltà di trovare il proprio posto in una società complessa.
A ogni sequenza si respira la gioia creativa della Disney: dalle gag fulminanti ai numerosi rimandi alla cultura pop e alla storia dello studio, disseminati come piccoli premi per gli spettatori più attenti. Ma dietro il divertimento si muovono temi importanti: la fiducia, la convivenza, il valore dell’empatia e della responsabilità in un mondo che tende a dividersi.
di Federico Arduini
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
A Milano arriva il Philing, un nuovo spazio dove comunicare ed emozionare
Danilo Di Paolonicola e l’Abruzzo che risuona nel presente
“TURBO-LENTO: Il turbolento viaggio della PV544” debutta al Volvo Studio Milano con Pacifico