Abramovich e Mansour sotto osservazione degli avvocati
L’ex patron del Chelsea Abramovich e l’attuale presidente del Man City, nonché vice primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mansour, sono sotto osservazione di due avvocati penalisti. Quest’ultimo avrebbe aiutato Abramovich e altri oligarchi russi ad aggirare le sanzioni internazionali imposte in seguito all’invasione della Russia in Ucraina.
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Abramovich e Mansour sotto osservazione degli avvocati
L’ex patron del Chelsea Abramovich e l’attuale presidente del Man City, nonché vice primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mansour, sono sotto osservazione di due avvocati penalisti. Quest’ultimo avrebbe aiutato Abramovich e altri oligarchi russi ad aggirare le sanzioni internazionali imposte in seguito all’invasione della Russia in Ucraina.
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Abramovich e Mansour sotto osservazione degli avvocati
L’ex patron del Chelsea Abramovich e l’attuale presidente del Man City, nonché vice primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mansour, sono sotto osservazione di due avvocati penalisti. Quest’ultimo avrebbe aiutato Abramovich e altri oligarchi russi ad aggirare le sanzioni internazionali imposte in seguito all’invasione della Russia in Ucraina.
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L’ex patron del Chelsea Abramovich e l’attuale presidente del Man City, nonché vice primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mansour, sono sotto osservazione di due avvocati penalisti. Quest’ultimo avrebbe aiutato Abramovich e altri oligarchi russi ad aggirare le sanzioni internazionali imposte in seguito all’invasione della Russia in Ucraina.
Chelsea-Manchester City era una sfida tra due uomini con la passione per il football e qualche sterlina da far girare in Premier League. Da una parte della tribuna Roman Abramovich, dall’altra Mansour bin Zayed Al Nahyan. I loro nomi, ora, compaiono tra le carte in possesso di due avvocati penalisti britannici secondo i quali lo sceicco Mansour, vice primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, avrebbe aiutato Abramovich e altri oligarchi russi ad aggirare le sanzioni internazionali imposte in seguito all’invasione della Russia in Ucraina. Dal campo di calcio al tribunale del Regno Unito. Stavolta dalla stessa parte.
Su segnalazione di alcuni attivisti ucraini, i legali Rhys Davies e Ben Keith hanno presentato al ministro degli Esteri britannico James Cleverly le informazioni secondo le quali Mansour sarebbe «centrale» nel flusso di denaro sanzionato verso gli Emirati Arabi Uniti. L’indagine, se il governo dell’Uk deciderà di procedere, approfondirà il controllo sul ruolo degli Emirati Arabi Uniti nel fornire un rifugio sicuro agli oligarchi russi. Nel dossier Davies e Keith affermano che gli Emirati Arabi Uniti «sono ampiamente percepiti come la destinazione preferita dai sostenitori sanzionati vicini a Vladimir Putin». Gli avvocati hanno aggiunto che i rapporti suggeriscono che i miliardari russi si stiano «avvicinando sempre più all’ufficio dello sceicco Mansour» per proteggere i loro petrodollari.
Secondo i legali, 38 uomini d’affari o funzionari legati a Putin possiedono proprietà dalle parti di Dubai per un valore di 315 milioni di dollari. Uno yacht da 155 milioni di dollari appartenente ad Andrei Skoch, un magnate dell’acciaio e membro della Duma, è attraccato a Dubai. Anche il magnate russo dei fertilizzanti, Andrey Melnichenko, ha ormeggiato il suo gingillo da 300 milioni di dollari nel porto emiratino.
In totale si stima che centinaia, se non miliardi di dollari di asset e contanti russi siano arrivati a Dubai, rafforzando l’economia locale ma attirando l’attenzione dei governi occidentali, che cercano di vigilare sulle scorciatoie sanzionatorie. Il 90% della popolazione di Dubai è composta da cittadini stranieri. In passato ha attratto famiglie benestanti e imprenditori in fuga dai conflitti regionali in Siria, Iraq e Libano. Ora è la volta degli oligarchi russi braccati da Davies e Keith. Abramovich nel frattempo ha lasciato il Chelsea mentre Mansour, da proprietario del City, si gode ancora i gol di Erling Braut Haaland. In attesa di ricevere una possibile notifica dal Tribunale di Londra.
Di Filippo Merli
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