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Alex Schwazer, eroe tragico o baro?

La storia di un campione, di un uomo e di un brutto caso di doping: debutta su Netflix dal 13 Aprile “Il caso Alex Schwazer”
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Alex Schwazer, eroe tragico o baro?

La storia di un campione, di un uomo e di un brutto caso di doping: debutta su Netflix dal 13 Aprile “Il caso Alex Schwazer”
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Alex Schwazer, eroe tragico o baro?

La storia di un campione, di un uomo e di un brutto caso di doping: debutta su Netflix dal 13 Aprile “Il caso Alex Schwazer”
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La storia di un campione, di un uomo e di un brutto caso di doping: debutta su Netflix dal 13 Aprile “Il caso Alex Schwazer”

Perché accanirsi così tanto contro un atleta? Chi lo voleva fuori dai giochi di Rio De Janeiro nel 2016? Chi ha scelto di affossare un campione che aveva già pagato per la sua debolezza? La storia di un campione, di un uomo e di un brutto caso di doping: debutta su Netflix dal 13 Aprile Il caso Alex Schwazer (Running for my truth nella versione inglese). La docuserie in 4 episodi, ideata e diretta dal regista Massimo Cappello e scritta da Marzia Maniscalco per Indigo Stories, ricostruisce la vicenda di Alex Schwazer dando parola allo stesso marciatore italiano, ad altre voci a lui vicine nei fatti, a giornalisti e testimoni. Chiamati a partecipare anche gli accusatori di Schwazer, questi si sono rifiutati e non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.

È il 2008 quando Alex Schwazer si aggiudica la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino nella 50 chilometri, a quel tempo è legato sentimentalmente alla campionessa Carolina Kostner. La popolarità, le aspettative crescenti degli altri, la vita pubblica fanno inciampare Alex Schwazer che, poco prima delle Olimpiadi di Londra del 2012, viene squalificato perché risultato positivo all’eritropoietina. È qui che inizia il suo incubo e al tempo stesso il suo percorso di riqualificazione umana e sportiva. Il caso Alex Schwazer, dopo aver tracciato inevitabilmente questo antefatto, parte in modo dettagliato da qui, dal momento in cui Schwazer sceglie di rimettersi in gioco. Alla redenzione, che tanto desidera, si impegna con l’allenatore Sandro Donati in anni di fatica, dedizione e crescita. Né Schwazer né Donati si sarebbero potuti immaginare però che dal loro incontro si sarebbe innescato un intrigo internazionale capace di mettere in crisi non solo le loro vite ma l’intero sistema dell’antidoping.

Tra il 2012 e il 2016 Alex Schwazer si rimette in gioco per dimostrare a se stesso e a tutto il mondo di essere un vero campione e che, scivolato nel fango una sola volta, è in grado di rialzarsi e di volare in alto più che mai. Sandro Donati crede in lui e soprattutto ne riconosce un vero talento. Ad ostacolare il sogno e il lavoro di entrambi, ormai vicinissimi all’obiettivo, è qualcosa di molto più grande e ad oggi impunito. Nel 2016 Alex Schwazer è nuovamente positivo ma questa volta non è reale, lui non centra. È così che gli piove addosso un’altra squalifica, di ben 8 anni. Alex Schwazer poteva veramente crollare in quel momento e invece ha scelto di andare nuovamente in tribunale per proteggere la sua verità e la sua dichiarata innocenza. Dopo un processo inverosimile, il tribunale di Bolzano in data 18 febbraio 2022 ha chiuso l’inchiesta contro il maratoneta con l’archiviazione del caso “perché non ha commesso il fatto” ma la ‘legge sportiva’ non ha cambiato la sua sentenza.

La squalifica di Alex Schwazer scade il 7 luglio 2024, il 26 luglio 2024 inizieranno i giochi olimpici di Parigi e lui non farà in tempo a partecipare alle prove di qualificazione. Il caso Alex Schwazer è un vero e proprio giallo costruito con ritmo e movimento e che ripercorre in modo lucido il calvario di questo atleta. Un calvario non ancora terminato e che riguarda senza ombra di dubbio uno dei più complessi casi politico-giudiziari nella storia dello sport italiano. Il calvario di un uomo che da anni paga le conseguenze di qualcosa di molto più grande che non coinvolge solo lui, e che con tenacia continua a dire la sua, a raccontare senza timore la sua verità. Alla fine della docuserie sorge una sola e spontanea domanda: potrà mai Alex Schwazer – oggi 38 anni – vivere della sua passione?

di Margherita Bordino

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