Ancelotti Ct del Brasile!
Carlo Ancelotti allenatore del Brasile. Un italiano sulla panchina della squadra per eccellenza della storia del calcio
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Carlo Ancelotti allenatore del Brasile. Un italiano sulla panchina della squadra per eccellenza della storia del calcio
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Carlo Ancelotti allenatore del Brasile. Un italiano sulla panchina della squadra per eccellenza della storia del calcio
Carlo Ancelotti allenatore del Brasile. Un italiano sulla panchina della squadra per eccellenza della storia del calcio.
Non subito, solo dal prossimo anno alla scadenza del contratto che lega il tecnico al Real Madrid, ma la Federcalcio brasiliana ha rotto gli indugi e annunciato l’arrivo del tecnico italiano e il ruolo di “traghettatore” affidato a Fernando Diniz, che nei prossimi mesi guiderà la squadra nelle qualificazioni ai Mondiali del 2026. L’esordio di Carlo Ancelotti sarà alla Coppa America – il torneo continentale sudamericano – in programma fra giugno e luglio del 2024 (peraltro negli Stati Uniti d’America).
Il Brasile guidato da uno straniero è un evento sostanzialmente mai visto, considerato che l’ultimo precedente risale al 1965 e riguardò un’unica partita, in cui i verdeoro furono allenati da un tecnico argentino.
È il riconoscimento di una crisi perdurante dell’iconica Nazionale del Paese in cui si respira calcio 24 ore al giorno, una squadra che da sempre arrivando seconda ai Mondiali ha fallito. Il Brasile non va in finale dall’ormai remoto 2002, nell’edizione giocata in Corea del Sud e Giappone e vinta per due a zero contro la Germania. Parliamo dell’ultimo acuto di Ronaldo il Fenomeno, un’altra era calcistica. Da allora, solo delusioni e alcune umiliazioni sostanzialmente impossibili cancellare, in particolar modo il 7-1 subito dai tedeschi in casa, nel torneo iridato del 2014.
La CBF, la Federcalcio brasiliana, ha individuato in Carlo Ancelotti, 64 anni da Reggiolo, l’uomo a cui affidare la rinascita verdeoro e soprattutto la missione di tornare a vincere i Mondiali. Un onore gigantesco, pari solo alla montagna da scalare che si prospetta davanti al tecnico italiano.
Sul talento a disposizione del Brasile non è consentito aprire dibattiti, anche se la globalizzazione del calcio ha oggettivamente ridotto le distanze anche dal punto di vista della tecnica pura. Il problema del Brasile – da due decenni – è quello di non costruire delle squadre ma delle accozzaglie di fenomeni veri o presunti, incapaci di proiettare in campo la specificità di un calcio unico al mondo.
Da Mondiali e Mondiali, ormai, l’immagine associata alla Nazionale più titolata di ogni tempo con i suoi cinque titoli è quella di giocatori in lacrime al termine dell’ennesima eliminazione inconcepibile eppure logica. Perché in gruppi raffazzonati e mai realmente nati il nome-Brasile diventa paradossalmente un peso insostenibile. Il carburante che moltiplica le forze degli avversari e annichilisce le proprie. Carlo Ancelotti, l’uomo che ha vinto quattro Coppe dei Campioni e un numero impressionante di altri trofei, non è solo uno dei tecnici più vincenti della storia, è un fenomenale manager di fuoriclasse. Ha gestito alcuni degli spogliatoi più ipertrofici che si siano mai visti e ha vinto.
La sua è una missione di cui andare orgogliosi da italiani.
di Fulvio Giuliani
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