Australian Open 2024: Sinner vola ai quarti di finale
L’azzurro, numero 4 al mondo, ha battuto agli ottavi di finale il russo Khachanov. Sinner ora ha il tennis, le gambe e la consapevolezza del top player
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L’azzurro, numero 4 al mondo, ha battuto agli ottavi di finale il russo Khachanov. Sinner ora ha il tennis, le gambe e la consapevolezza del top player
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L’azzurro, numero 4 al mondo, ha battuto agli ottavi di finale il russo Khachanov. Sinner ora ha il tennis, le gambe e la consapevolezza del top player
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L’azzurro, numero 4 al mondo, ha battuto agli ottavi di finale il russo Khachanov. Sinner ora ha il tennis, le gambe e la consapevolezza del top player
Jannik ora ha il tennis, le gambe e soprattutto la consapevolezza del top player. E si avvicina alla sfida attesa da tutti da almeno un mese e poco più contro Nole Djokovic. Manca un turno per entrambi, i quarti di finale – Sinner affronterà l’australiano De Minaur, travolto in finale di Coppa Davis o il russo Rublev – e se nell’universo delle racchette ogni turno è un’insidia, va detto che raramente si è assistito a una manifestazione di forza, potenza come quella esibita dal tennista italiano nelle prime quattro partite a Melbourne. Avversari travolti, tramortiti, mai un’esitazione, un cedimento. E’ l’arroganza tecnica dei campioni, categoria a cui Sinner ora appartiene, senza dubbi.
Khachanov era la testa di serie numero 16. Jannik non gli ha lasciato neppure un set (non ne ha perso uno nel torneo sinora), ma il russo ha giocato davvero una grande partita e non ha avuto una singola chance di aprire un varco, una stradina nella mente di Sinner. E’ un tennista forte, Khachanov, con due semifinali nelle prove del Grand Slam (anche lo scorso anno all’Australian Open), con un gioco anche simile a quello di Jannik. Il moderno power tennis che stringe gli avversari alla giugulare. Negli scontri precedenti tra i due si avvertiva un divario assai meno netto. Invece sul centrale di Melbourne è stato spazzato via dal ritmo, dalle variazioni, dalla prepotenza del gioco di Sinner, che davvero ha una diversa consapevolezza di se stesso dall’ultima fetta della scorsa stagione, tra la finale alle Atp Finals di Torino e il trionfo azzurro in Coppa Davis, cui ha aggiunto qualche chilo di muscoli, una nuova racchetta e una varietà al servizio (che non ha funzionato al meglio nel primo set, unico neo nella partita dell’italiano) che può portare solo dividendi nel corso dell’Australian Open e nella stagione.
A breve lo attende Djokovic, che è partito piano, come spesso avviene nelle prove dello Slam, ma che ora travolge gli avversari: l’ultimo è il francese Mannarino, che ha messo assieme pochi game. Ci sono anche altri candidati al trono come lo spagnolo Alcaraz, che pure è in grande forma. La sensazione è però che, se davvero si giocherà, Sinner-Djokovic potrebbe essere la partita che vale come cartina di tornasole del 2024.
Di Nicola Sellitti
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