Australian Open, Sinner vola in semifinale contro Djokovic: Rublev ko in tre set
Sinner supera Rublev con il punteggio di 6-4, 7-6 (7-5), 6-3 dopo due ore e 41 minuti
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Australian Open, Sinner vola in semifinale contro Djokovic: Rublev ko in tre set
Sinner supera Rublev con il punteggio di 6-4, 7-6 (7-5), 6-3 dopo due ore e 41 minuti
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Australian Open, Sinner vola in semifinale contro Djokovic: Rublev ko in tre set
Sinner supera Rublev con il punteggio di 6-4, 7-6 (7-5), 6-3 dopo due ore e 41 minuti
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Sinner supera Rublev con il punteggio di 6-4, 7-6 (7-5), 6-3 dopo due ore e 41 minuti
La patente di grandezza, se fosse servita, è arrivata nel sofferto tie break del secondo set contro il russo Rublev, talentuoso e matto numero cinque al mondo. Sotto 5-1, Jannik Sinner, con la calma dei forti, dei più forti, ha smontato pezzo su pezzo il castello dell’avversario, recuperato lo svantaggio con punti vincenti e vinto il set. Rublev travolto, lasciato senza armi, a prendersela con il mondo con palle piazzate a un dito dalle righe di fondocampo. Colpi potenti, potentissimi, con la consapevolezza di chi viene da tante partite vinte, anzi dominate. Sinner aveva anche male agli addominali, aveva mostrato i primi segnali di difficoltà in quel parziale. E invece. Jannik the Winner ora si trova al bivio individuato già da novembre dopo la sconfitta in finale alle Atp Finals e poi il successo in Coppa Davis: c’è la sfida con Nole Djokovic, la sfida che vale la finale degli Australian Open e forse anche qualcosa in più. Anzi, con il permesso di Carlos Alcaraz, anche lui invitato alla festa dei migliori, parecchio in più.
Sinner ci arriva avendo sinora giocato meglio del numero uno del mondo e dieci volte vincitore a Melbourne. Esatto, dieci volte, cifra che non va dimenticata: Nole in Australia è quasi imbattibile, le condizioni meteo, tra caldo e umidità, sembrano giovargli ancora, a quasi 37 anni. Il serbo ha faticato nelle prime fasi del torneo, ai quarti di finale ha lasciato un set allo statunitense Fritz, senza mai concedergli la sensazione di poter fare partita pari. Jannik invece, come si legge ovunque, non ha ancora perduto un set in cinque partite. Quello che non sempre si legge invece è la svolta emotiva che ha preso il suo tennis, con una forza mentale e una consapevolezza che appartengono solo ai predestinati, a quelli che devono per forza arrampicarsi in vetta al mondo, perché giocando così, lasciando quelle sensazioni di impotenza agli avversari, si può solo arrivare al vertice. Ci sta arrivando, giocando così si vincono gli Slam e la partita con Djokovic è uno snodo importante, ma non decisivo, attenzione. Anche giocando come solo in paradiso, Sinner può perdere con Nole. Può anche vincere, soprattutto se lo guarderà da pari a pari, come avvenuto nelle ultime due sfide. Si gioca venerdì, ci sono 48 ore per recuperare, per dare un occhio alla zona degli addominali. E’ la sfida che l’Italia attende. Non solo l’Italia. Da Nole ha subito una dura lezione in semifinale a Wimbledon, lo scorso anno. Ora è un altro Sinner. E’ più forte, vedremo se sarà più forte del migliore di sempre.
di Nicola Sellitti
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