Bove, conta guarire. Per il futuro c’è tempo
Edoardo Bove resta in terapia intensiva, più voci segnalano il suo miglioramento ma il passaggio di reparto non è ancora avvenuto
Bove, conta guarire. Per il futuro c’è tempo
Edoardo Bove resta in terapia intensiva, più voci segnalano il suo miglioramento ma il passaggio di reparto non è ancora avvenuto
Bove, conta guarire. Per il futuro c’è tempo
Edoardo Bove resta in terapia intensiva, più voci segnalano il suo miglioramento ma il passaggio di reparto non è ancora avvenuto
Edoardo Bove resta in terapia intensiva, più voci segnalano il suo miglioramento ma il passaggio di reparto non è ancora avvenuto
La necessità di ulteriori esami, il timore che un’aritmia ventricolare gli possa impedire di tornare su un campo di calcio in Italia. Edoardo Bove resta in terapia intensiva, più voci segnalano il suo miglioramento ma il passaggio di reparto non è ancora avvenuto, mentre per i medici dell’Ospedale Careggi di Firenze c’è ancora lavoro da fare, tra esami e visite approfondite, per individuare le cause che hanno portato al malore del 22enne centrocampista della Fiorentina. L’arresto cardiaco è stato confermato, ma la diagnosi ancora non c’è, non c’è un nuovo bollettino medico a oltre 48 ore dal malore del ragazzo. Bove potrebbe aver patito un’infiammazione al miocardio, oppure potrebbe essere affetto da una cardiomiopatia genetica, sullo sfondo c’è l’aritmia ventricolare con torsione di punta – se dovesse essere confermato quanto riportato dal Corriere della Sera – che non era emersa nelle tre risonanze magnetiche cui il calciatore era stato sottoposto dal 2020 dopo aver avuto una miocardite come conseguenza del Covid-19 – potrebbe precludergli il ritorno sui campi di Serie A, perché i protocolli italiani in questo senso sono molto stringenti, soprattutto se dovesse essere necessario impiantare al calciatore un defibrillatore cutaneo per sorreggere nel caso l’attività del cuore.
Lo ha dimostrato in passato il caso Eriksen, costretto a lasciare l’Inter dopo l’arresto cardiaco agli Europei giocati tre anni fa, per poi tornare al calcio giocato in Inghilterra e poi anche nella nazionale danese. C’è inoltre da valutare per quale motivo siano stati riscontrati livelli bassi di potassio e calcio nelle analisi di Bove, due fattori che possono produrre danni cardiaci. Insomma, il caso che riguarda il calciatore della Fiorentina è ancora in divenire, partendo da una certezza: è vivo, ha rischiato la vita, è stato salvato in tempo.
di Nicola Sellitti
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