Brignone, la fuoriclasse che i media non amano
Brignone, la fuoriclasse che i media non amano
Brignone, la fuoriclasse che i media non amano
Come lei nessuna mai. Con le ultime due vittorie in Coppa del mondo messe a segno nello scorso weekend a Mont-Tremblant (in Canada), Federica Brignone è diventata di diritto la sciatrice italiana più titolata di sempre. Con 23 trionfi ha superato tutte le avversarie (l’eterna rivale Sofia Goggia è ferma a 22), compresa una leggenda come Deborah Compagnoni che non soltanto ha scritto la storia dello sci femminile italiano ma ha contribuito a portarlo in auge. Una gara complessa, quella di domenica, interrotta più di una volta per via del vento fortissimo che però non ha impedito a Federica di avere il sole dentro, come lei stessa ha dichiarato appena varcato il traguardo.
Ciò nonostante, l’atteggiamento della stampa nei suoi riguardi resta misteriosamente freddo, a tratti distaccato. Eppure la valdostana avrebbe tutte le carte in regola per riuscire ad appassionare il pubblico: rimontare dal sesto al primo posto non è forse dare spettacolo? Le mancano però quelle doti che piacciono tanto ai giornalisti (in particolar modo quelli sportivi), ormai sempre più attratti dai rumors che ruotano attorno al personaggio più che allo sportivo. La verità è che a parte lo screzio (poi rientrato) avuto un paio di anni fa con la collega Sofia Goggia, Brignone è sempre rimasta un passo indietro rispetto alle polemiche e alle etichette che hanno più volte tentato di cucirle addosso. Da buona valdostana ha sempre e soltanto pensato a lavorare duro, rimanendo focalizzata sugli obiettivi (non a caso, centrati tutti).
In molti non se ne sono accorti ma lo scorso weekend Federica è entrata di fatto nella leggenda dello sci. Ai tempi di Alberto Tomba e della Compagnoni – ma anche di altri personaggi minori – ci sarebbero state dirette fiume per complimentarsi con il mito delle nevi. Di Sinner, per dire, non si fa che parlare (non a caso nel bene e nel male) mentre i riflettori sulla Brignone risultano inspiegabilmente opachi.
Un carattere meno estroverso l’ha forse penalizzata ma non è stando in mezzo alla bufera – quella figurata, s’intende – che un’atleta riesce a dare il meglio di sé. In tanti si sono persi per strada anche per la troppa sovraesposizione mediatica (da Marcell Jacobs a Matteo Berrettini, per esempio). Nonostante le tantissime vittorie, il volto di Federica Brignone rimane curiosamente sconosciuto ai più ed è un vero peccato perché risorse del genere andrebbero meritevolmente messe in risalto. Stiamo parlando di un talento sconfinato che mezzo mondo ci invidia ma che, come spesso ci capita anche in contesti differenti, non sappiamo né a questo punto meritiamo di avere.
di Ilaria Cuzzolin
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