Calcio alla Orban
Calcio alla Orban
Calcio alla Orban
Il calcio come grimaldello politico. Non è un processo nuovo in Europa ma Viktor Orban non è conosciuto per coniugare forma e sostanza. Il quotidiano inglese The Guardian ha indugiato sul legame tra il premier unghese e un club serbo, il TSC Backa Topola, che si è qualificato per la prima volta ai gironi di Europa League e che soprattutto gioca a Vojvodina, 36 chilometri dal confine ungherese: 185 mila cittadini che hanno diritto alla cittadinanza, quindi potenziali elettori del controverso leader magiaro.
A ottobre 2018 Orban ha partecipato alla cerimonia di apertura di una nuova accademy calcistica a Vojvodina, assistendo a un torneo in una struttura costata 9,5 milioni di euro, da lui finanziata. Il club serbo indossa inoltre il logo di MOL Group, multinazionale ungherese di gas e petrolio: disposti finanziamenti fino a 30 milioni di euro di liquidità per il settore giovanile del TSC, oltre al coinvolgimento di figure chiave nella storia del club come Ferenc Arok, (ex ct dell’Australia poi divenuto il Rasputin calcistico di Orban). Insomma, strategia a tutto tondo: il TSC collabora con la Puskas Akademia, club fondato nel minuscolo villaggio natio di Orbán (Felcsút). E ci sono anche altre società, slovacche, rumene e croate che fanno parte dell’universo del pallone secondo Orban. Una fila di club per creare una strategia di business sportivo. Non tutti apprezzano, ci sono cori anti ungheresi nel campionato romeno e serbo. Intanto, va avanti il disegno di Viktor, tra calcio e politica.
Di Nicola Sellitti
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