Alcuni campioni dello sport, potenziale arma sugli indecisi al vaccino per il loro enorme appeal mediatico, si astengono sulla campagna di immunizzazione.
Milioni di follower sui social e testimonial di brand e linee personalizzate. Invece zitti e (poco) buoni sulla vaccinazione. Diverse stelle dello sport, potenziale arma sugli indecisi al vaccino per il loro enorme appeal mediatico, si astengono sulla campagna di immunizzazione. Per esempio Novak Djokovic, per il quale più delle parole pesano i fatti: sarà assente all’Australian Open a metà gennaio. Per l’iscrizione al torneo – si gioca a Melbourne dove c’è stato il lockdown più lungo al mondo (262 giorni) – serve il certificato di immunizzazione e secondo suo padre si tratterebbe di «un ricatto» degli organizzatori.
Djokovic si è contagiato a giugno 2020 a un folle torneo-esibizione da lui organizzato in Croazia, con persone ammassate sugli spalti senza mascherine mentre la stagione tennistica, come quasi tutte le competizioni internazionali, era sospesa per la pandemia. E come Djokovic preferisce restarsene zitto Lebron James, stella Nba, vaccinato, positivo nei giorni scorsi ma già sul parquet stanotte dopo due test, secondo il protocollo Covid della Lega. Settimane fa ha confermato di essersi sottoposto alla doppia dose ma senza alcun appello pubblico a sostegno della campagna vaccinale.
Il Covid non è mica Donald Trump o la polizia che abusa degli afroamericani. Anche Cristiano Ronaldo – 350 milioni di follower su Instagram, famiglia no-vax (per la sorella la pandemia è una frode) e anche lui toccato dal Covid-19 – ha scelto il disimpegno. Meglio polemizzare sui social sul Pallone d’Oro a Messi.
di Nicola Sellitti
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