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Carlos Sainz veloce ma non predestinato

Il Ripudiato Sainz che si mette alle spalle il Predestinato Leclerc: un incipit che viene facile, a 48 ore di distanza dal trionfo dello spagnolo nel Gran premio di Melbourne

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Carlos Sainz veloce ma non predestinato

Il Ripudiato Sainz che si mette alle spalle il Predestinato Leclerc: un incipit che viene facile, a 48 ore di distanza dal trionfo dello spagnolo nel Gran premio di Melbourne

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Carlos Sainz veloce ma non predestinato

Il Ripudiato Sainz che si mette alle spalle il Predestinato Leclerc: un incipit che viene facile, a 48 ore di distanza dal trionfo dello spagnolo nel Gran premio di Melbourne

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Il Ripudiato Sainz che si mette alle spalle il Predestinato Leclerc: un incipit che viene facile, a 48 ore di distanza dal trionfo dello spagnolo nel Gran premio di Melbourne

Il Ripudiato si mette alle spalle il Predestinato. È un incipit che viene facile, a quarantott’ore di distanza dal trionfo di Carlos Sainz nel Gran premio di Melbourne, in Australia. Lo spagnolo ha vinto due delle ultime 14 gare (il resto è stato divorato da Max Verstappen il Cannibale), mentre l’ultimo grido di Charles Leclerc si era alzato in Austria, due anni fa. Complica la situazione in casa Ferrari la pessima stagione del sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, che però sta concludendo nel peggiore dei modi la sua (straordinaria) avventura alla Mercedes, prima di passare a Maranello dalla prossima stagione. Sì, perché – per chi non lo ricordasse – Sainz è stato sostanzialmente mollato dalla Ferrari per far posto proprio ad Hamilton. Scelta che non è in discussione: nonostante il pilota inglese sia vicino ai 40 anni, resta un fenomeno (anche mediatico) su cui la Rossa fa bene a puntare per rilanciarsi dopo anni di sofferenze, alle spalle prima della Mercedes e poi della Red Bull.

Sainz è stato sacrificato per lasciare uno dei due posti in squadra a Leclerc, più giovane e più talentuoso, con un margine di qualche decimo rispetto allo spagnolo sul giro secco e una capacità nel ‘corpo a corpo’ forse inferiore soltanto a quella di Verstappen. Sarà, ma tirando le somme e guardando anche le statistiche – che dicono quasi sempre la verità – negli ultimi mesi la prima guida Ferrari pare proprio Sainz, con il monegasco Leclerc nel ruolo (digerito con difficoltà) di scudiero. È avvenuto anche in Australia, dove lo spagnolo si era presentato con due chili di muscoli in meno per l’intervento all’appendice di due settimane fa che gli era costato l’assenza a Jeddah (dov’era stato sostituito dal baby fenomeno Olivier Bearman). Tornato in fretta – tra fisioterapia e camera iperbarica per accelerare la cicatrizzazione della ferita – ha dato la paga a tutti, usando il gergo dei motori.

Ora Sainz è un free agent, corre per sé stesso e per un sedile di livello dalla prossima stagione. La sensazione è però che i successi, la costanza nell’andar forte, il suo ego poco sviluppato in un microcosmo che conserva una buona dose di testosterone (che piace parecchio anche agli sponsor), non contribuiranno a rimuovere dalla schiena di Sainz l’etichetta che lo accompagna dal suo ingresso a Maranello: una seconda guida veloce, costante, utile per la corsa al Mondiale costruttori. Eppure, solo per un ripasso delle prime tre gare, Sainz conta un successo e un terzo posto: non esattamente il rendimento di un ‘secondo volante’. Magari è una teoria che verrà smentita dai fatti (alla Ferrari non avrebbero nulla in contrario), ma neppure con un filotto di vittorie gli verrà riservato un ruolo da prima guida in un team che punta a vincere il Mondiale.

Sainz va forte, gestisce il degrado delle gomme come pochi, mostra la serenità e la maturità di un pilota compiuto. Il suo punto debole? Non è un fenomeno, non è un Predestinato (anche se il padre ha vinto la sua quarta Parigi-Dakar nel 2024, a 61 anni), non sposta gli equilibri, non smuove i sentimenti. Il carisma non s’inventa, lui non ne è dotato a profusione, mentre Leclerc è più in grado di ‘regalare un sogno’. Per non parlare di Hamilton che è la personalità più debordante mai espressa dalla Formula Uno dai tempi di Ayrton Senna. Mentre lui è ‘soltanto’ Carlos Sainz. Veloce e ora pure vincente.

di Nicola Sellitti

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