Certe notti
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Quello di ieri sera, tra Napoli e Liverpool, è stato uno spettacolo degno di un Big Bang calcistico

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Quello di ieri sera, tra Napoli e Liverpool, è stato uno spettacolo degno di un Big Bang calcistico
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Quello di ieri sera, tra Napoli e Liverpool, è stato uno spettacolo degno di un Big Bang calcistico
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Ok, il Napoli non vincerà la Champions League, il Liverpool resta il Liverpool e – in fin dei conti – siamo pur sempre alla prima giornata della fase a gironi, ma quello di ieri sera al Diego Armando Maradona è stato uno spettacolo degno di un Big Bang calcistico.
La classica serata in cui gli astri si sono allineati tutti da una parte, ma anche la partita che ha fatto intravedere qualcosa di potenzialmente devastante.
Non si va sul 4-0 contro i Reds per caso, neppure in una serata storta del Liverpool. Se succede e se si ha voglia di capire qualcosa di calcio, è perché in campo si è vista una dimensione diversa, a cui in Italia ci siamo disabituati (purtroppo): quella del calcio sopra ritmo, capace di unire velocità, aggressività, manovra e tecnica individuale. In estrema sintesi, il Napoli ha travolto il Liverpool e si è regalato una notte da sogno mostrando di aver imparato il meglio proprio del calcio all’inglese, unito a una classica tecnica latina.
Per essere precisi, in effetti, le magie sono venute anche da mondi lontanissimi, come quelli georgiani di un ragazzo che da impronunciabile si sta trasformando semplicemente in un piacere per gli occhi e la mente, Khvicha Kvaratskhelia.
In una serata in cui Piotr Zieliński e Zambo Anguissa hanno disintegrato il centrocampo di una squadra abituata a dominare, a imporre il proprio ritmo e la propria legge, questo ragazzo caduto da un altro universo calcistico e non solo ho fatto vedere cose sublimi.
Nessuno lo prendeva, pensava calcio a una velocità e a uno stadio superiore. Ha letteralmente emozionato. Per i parametri del folle calcio odierno non è costato nulla, 11 milioni di euro totali, e costituisce la più clamorosa smentita dei luoghi comuni sul mercato e l’impossibilità di competere con sceicchi e fondi.
Già questa mattina Spalletti farà bene a portare sulla terra i suoi e evitare tutte le classicissime trappole psicologiche della partita con lo Spezia in arrivo, ma “certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei” cantava Luciano Ligabue. E ieri notte nello stadio che porta il suo nome e sotto gli occhi dell’amatissimo tifoso speciale Dries Mertens – non a caso con indosso la storica maglia del Diez – Diego da lassù avrà visto un Napoli capace di qualsiasi cosa. Quello che ha percepito il pubblico, impazzito come allora, quando ha intonato i cori dell’età dell’oro.
Nessuna nostalgia, solo la promessa di provare a fare qualcosa di grande.
di Fulvio Giuliani
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