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Cobolli ci prova, ma vince Djokovic: è semifinale con Sinner

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Cobolli ci prova, ma vince Djokovic. Finisce così l’illusione della prima storica semifinale italiana a Wimbledon. È semifinale con Sinner

Cobolli

Cobolli ci prova, ma vince Djokovic: è semifinale con Sinner

Cobolli ci prova, ma vince Djokovic. Finisce così l’illusione della prima storica semifinale italiana a Wimbledon. È semifinale con Sinner

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Cobolli ci prova, ma vince Djokovic: è semifinale con Sinner

Cobolli ci prova, ma vince Djokovic. Finisce così l’illusione della prima storica semifinale italiana a Wimbledon. È semifinale con Sinner

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E’ durata un po’ l’illusione della prima – storica – semifinale italiana a Wimbledon. Merito di Flavio Cobolli, che ha tenuto sotto scacco Novak Djokovic per almeno un set e mezzo. Ma il serbo non è un fenomeno a caso e con pazienza, visione e classe ha raggiunto l’ennesima semifinale londinese, battendo in quattro set il romano, che da lunedì entra tra i primi 20 al mondo. Per Djokovic è la 14esima semifinale a Wimbledon e la seconda contro Sinner (confronti diretti, 5-4 per Jannik): Nole ha vinto peraltro la prima, due anni fa.

C’è un po’ di delusione, certo. Ma non è una bocciatura per il 23enne talento italiano, cresciuto a dismisura negli ultimi sei mesi, con due tornei Atp vinti. Anche perché nel tennis non ce ne sono, si riparte il giorno dopo e la sconfitta fa parte del percorso, anche per i migliori al mondo. Per Cobolli, a un certo punto l’aria sul Centrale di Wimbledon, dopo aver vinto il primo set al tie-break, è diventata rarefatta. Tra i primi otto a Wimbledon per la prima volta, tra l’altro contro un venerabile maestro come Djokovic. Eppure l’italiano è stato capace di restare in apnea per oltre un’ora e mezza, per poi cedere campo al formidabile serbo, che qui a Londra ha vinto sette volte. Sei game consecutivi per Nole, dall’inizio del secondo parziale.

Un improvviso rovesciamento della sceneggiatura, con Cobolli a corto di argomenti, di benzina mentale, usurato dalla quantità di energia che serviva per gestire l’avversario, l’emozione, il pubblico del centrale di Wimbledon. Su Djokovic invece, cosa altro dire: l’erba di Londra è il giardino di casa, conosce ogni increspatura del tappeto verde, sa gestire ogni tipo di situazione. Ma Cobolli non si è arreso, ha rifatto il pieno di benzina ed è rientrato in partita, cedendo però il servizio al termine del terzo set.

L’errore decisivo è arrivato sul 4-4 al quarto: gli è rimasta sulle corde una volèe agevole. Forse ha tremato il braccio ed è ampiamente comprensibile. In semifinale torna l’immortale serbo, che su un precedente match point è anche scivolato, crollando sull’erba. Contro Jannik, come al Roland Garros, un mese fa.

Di Nicola Sellitti

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