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Come ti distruggo il giocattolo

L’Italia del tennis si è persa. L’epilogo delle settimane della discordia si è avuto con la doppia sconfitta di Sonego e Musetti
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Come ti distruggo il giocattolo

L’Italia del tennis si è persa. L’epilogo delle settimane della discordia si è avuto con la doppia sconfitta di Sonego e Musetti
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L’Italia del tennis si è persa. L’epilogo delle settimane della discordia si è avuto con la doppia sconfitta di Sonego e Musetti
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L’Italia del tennis si è persa. L’epilogo delle settimane della discordia si è avuto con la doppia sconfitta di Sonego e Musetti

Deve essere un virus trasmesso tra le varie federazioni sportive italiane. Ultimamente parecchio litigiose, spesso perdenti proprio perché litigiose. L’Italia del tennis si è persa. L’epilogo delle settimane della discordia si è avuto con la doppia sconfitta di Sonego e Musetti contro i modesti dirimpettai canadesi nel girone della Coppa Davis. Hanno giocato male, hanno perso. Non è colpa loro, o almeno non interamente. Ora c’è il Cile, per non affondare, come se si fosse a bordo di un Titanic.

Una doppia batosta annunciata? Sì, eccome. Il peso sulle spalle di Sonego e Musetti, ovvero un giocatore di medio livello con un cuore che fa provincia e di un talento che ancora deve mettere assieme pranzo e cena, era diventato insostenibile. Rientra così nelle cose perdere dal numero 179 e dal numero 200 al mondo, se le partite arrivano dopo giorni di polemiche infinite. 

L’assenza di Sinner perché affaticato dall’estate americana (ma in queste ore era a Montecarlo ad allenarsi, perché a breve parte l’ultima fetta della stagione, sul cemento indoor) la scarsa considerazione della Davis, il litigio social tra Fognini e il capitano Volandri, prima ancora Panatta e Pietrangeli che sembrano due terraioli spagnoli degli anni ‘90 a prendersi a pallate. L’aria deve essere stata irrespirabile e si è visto sui volti dei due italiani in campo. Pesanti, annebbiati, ingolfati. Appesantiti da colpe altrui. 

Ora si gioca il doppio, comunque importante ai fini della classifica in caso di parità. Insieme a Bolelli non giocherà Vavassori, ancora alle prese con problemi alla schiena, e nemmeno Sonego che è provato dalla sconfitta. Il capitano Volandri ha deciso di far esordire Matteo Arnaldi, coppia completamente inedita.

Il capitano dell’Italia è l’emblema della resa dell’Italia contro il Canada. Non all’altezza, semplicemente e senza nessun risentimento di carattere personale. Un selezionatore che risponde in quel modo a Fognini, dicendo che dallo staff del ligure gli avrebbero riferito che Fognini (15 anni di Davis..) non fosse in grado di giocare, rivela la sua inadeguatezza. Avrebbe dovuto seguirlo e sapere delle condizioni del tennista, rientra nelle sue competenza. Avrebbe dovuto risolvere la questione in privato. Da selezionatore azzurro, avrebbe dovuto spingere per avere Sinner in campo, anche per l’assenza di Berrettini. Sinner non è Sampras che saltava la Davis dopo aver vinto diversi Slam, o Federer o Nadal. Non può esibire quei galloni, è ancora all’inizio, la nazionale non è la sua carta di riserva.

Si è compiuto un disastro tecnico, mediatico, emotivo. Si è parlato, letto, scritto delle polemiche tra Pietrangeli e Panatta, poi di Volandri e Fognini sino a pochi minuti dall’inizio del primo singolare con il Canada. I campioni sanno andare oltre. Djokovic sarebbe andato oltre le polemiche, Sonego e Musetti meno e non per responsabilità personali. Ora, appunto, c’è il doppio. C’è ancora il campo. Poi, si tirino le somme.

di Nicola Sellitti 

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