C’è un limite oltre il quale una vicenda globale, quella del numero 1 del tennis Djokovic, diventa semplicemente ridicola: quel limite è stato abbondantemente superato.
Le cronache delle ultime 24 ore parlano del visto d’ingresso negato al campione serbo per la seconda volta nel giro di una settimana, dell’immediato ricorso, della sospensione del provvedimento stesso ai danni del giocatore, peraltro finito nuovamente in stato di fermo, come gli era già capitato nell’ormai famigerato “Covid hotel”. Parrebbe fra scarafaggi e pasti non proprio principeschi, che se confermati varrebbero una ben modesta figura per l’Australia e segnatamente le autorità dello Stato di Victoria a prescindere dal destino personale di Djokovic, ma questa è un’altra storia.
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Tag: sport
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