Djokovic Vs Sinner, parla Davide Sanguinetti
Oggi l’attesissima finale di Wimbledon fra Novak Djokovic e Jannik Sinner. Il commento dell’ex campione di tennis Davide Sanguinetti
Djokovic Vs Sinner, parla Davide Sanguinetti
Oggi l’attesissima finale di Wimbledon fra Novak Djokovic e Jannik Sinner. Il commento dell’ex campione di tennis Davide Sanguinetti
Djokovic Vs Sinner, parla Davide Sanguinetti
Oggi l’attesissima finale di Wimbledon fra Novak Djokovic e Jannik Sinner. Il commento dell’ex campione di tennis Davide Sanguinetti
Oggi l’attesissima finale di Wimbledon fra Novak Djokovic e Jannik Sinner. Il commento dell’ex campione di tennis Davide Sanguinetti
In campo oggi sul Centrale del torneo londinese, dove il serbo non perde da dieci anni: un match per la storia e non solo per l’accesso alla finalissima: “Sinner è migliorato molto e ha i colpi per provarci. Certo, Nole è superiore a tutti, si è visto subito nei primi turni, tra noi coach ci siamo detti che non avrebbe mai perso il torneo. Il serbo è come il vino di qualità, migliora con il tempo, se Roger Federer è senza dubbio il tennista più dotato di sempre, Djokovic è il più forte e non solo per la conta dei tornei del Grand Slam. Quest’anno e quello a seguire vedo ancora lui davanti a tutti, anche sull’erba, si muove ancora con una grazia in campo che lascia esterrefatti, praticamente non scivola mai, è flessibile come nei giorni migliori. Ci giocai contro, a Toronto, quando era un ragazzino. Era già un miracolo della genetica”, spiega l’ex azzurro di Davis, che traccia anche la partita perfetta dell’italiano numero otto al mondo per piazzare qualche ombra nelle certezze di Djokovic: “Mente libera e braccio sciolto, Sinner deve giocare a ritmi alti, uscire dalla sua comfort zone, non palleggiare forte solo da fondocampo ma lanciarsi avanti con il gioco di volo. Deve rischiare, fare la sua partita, non quella di Nole. Giocarci contro costa un dispendio mentale oltre la soglia”.
Secondo Sanguinetti, i miglioramenti di Sinner sull’erba sono stati consistenti rispetto allo scorso anno ma il vero scoglio è non incappare nei momenti bui durante la partita: all’italiano sinora è capitato in un paio di circostanza di perdere il filo, per poi riprendere in mano la gara. “E’ facile da dirsi, meno da metterlo in pratica ma non sono consentiti passi falsi. Il serbo è superabile sui tre set, meno sulla lunga distanza e quando gioca negli Slam diventa ancora più feroce, affamato, è difficile affrontarlo perché dal punto di vista mentale è superiore e alza il livello quando serve, anche nelle giornate meno ispirate”.
Sanguinetti traccia la strada per Sinner e gli eredi della dinastia dei Big Three, Djokovic, Nadal e Federer: “Jannik è tra i migliori con Rune, il più pronto è Alcaraz, destinato a una grande carriera, certo il nuovo trio non va assolutamente comparato a Nole, Rafa e Roger che hanno vinto 65 prove del Grand Slam in totale. Sono numeri irreali, non ripetibili, abbiamo vissuto l’era più incredibile della storia del nostro sport”.
Insomma, Sinner è atteso da un’impresa. Secondo Sanguinetti l’eventuale finale tra i due rappresenterebbe il balzo in avanti di un ricambio generazionale che “in ogni caso è iniziato da un po’, davanti ormai ci sono i più giovani. Medvedev, che ha 27 anni, è il più maturo del gruppetto. Roger si è ritirato, Rafa è infortunato ormai da tempo. Solo Nole resiste. Anzi, domina ancora”.
di Nicola Sellitti
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