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Donnarumma, l’amaro addio al Psg

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Donnarumma, l’amaro addio al Psg. Il miglior portiere al mondo è riuscito a vincere da solo mezza Champions League, trascinando i parigini agli ottavi di finale sino al trofeo

Donnarumma l'amaro addio al Psg

Donnarumma, l’amaro addio al Psg

Donnarumma, l’amaro addio al Psg. Il miglior portiere al mondo è riuscito a vincere da solo mezza Champions League, trascinando i parigini agli ottavi di finale sino al trofeo

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Donnarumma, l’amaro addio al Psg

Donnarumma, l’amaro addio al Psg. Il miglior portiere al mondo è riuscito a vincere da solo mezza Champions League, trascinando i parigini agli ottavi di finale sino al trofeo

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La certezza è che prima o poi ci si debba sedere al tavolo delle trattative. Con due elementi dirimenti: la nuova politica societaria del Psg, che ha messo da parte figurine e spese (di ingaggio) monstre, puntando su giovani talenti e su stipendi su cui incide maggiormente la parte variabile – presenze, bonus – rispetto a quella fissa, ha prodotto dividendi, con alle spalle una stagione super, con la conquista della Champions League.

E poi c’è l’altra stella polare della vicenda: si parla di Gigio Donnarumma, il miglior portiere al mondo, che ha vinto da solo almeno mezza Champions League, trascinando i parigini dagli ottavi di finale sino al trofeo. È un fattore da non sottovalutare.

La vicenda dell’addio preannunciato di Donnarumma al Psg è stata gestita male.
Non si piazza fuori rosa il miglior portiere al mondo, che tra l’altro ha la sola “colpa” di aver rifiutato la proposta di rinnovo del club francese da nove milioni di euro annui. Una scelta, condivisibile o meno, che va rispettata. E in ogni caso siamo lontani dai comportamenti di atleti scorretti che spariscono (Lookman) o che spediscono certificati medici per spingere il club alla cessione (Koopminers lo scorso anno per andare alla Juventus dall’Atalanta).

Donnarumma ha un altro anno di contratto, conviene certo al Psg la sua cessione per non perderlo a zero euro. Ma non sono questi i modi ideali per chiudere il rapporto, dopo la Champions League vinta da stella un paio di mesi addietro. Con ogni probabilità, Luis Enrique ha posto la questione delle caratteristiche del portiere ideale del Psg (è arrivato da Lille il francese Chevallier) per spalleggiare la società parigina, spiegando che si tratta totalmente di una sua scelta. E dietro la linea del Psg c’è il cambio di passo dei club che provano – e questo è comprensibile – a recuperare un po’ di potere contrattuale rispetto agli atleti, che ormai considerano le società come porte girevoli.

Ma non è stato il caso di Donnarumma, che è stato serio e professionale sino alla fine, senza mai prodursi in atteggiamenti rivedibili verso il suo datore di lavoro (il Psg). Che ora con una prova di Forza vuole imporgli l’uscita. Ora andrà al Manchester City, allo United, oppure in Italia. Perché è un’occasione di mercato e perché è il portiere più forte del lotto. E nel calcio, lo dice la storia, non tutti sono uguali.

Di Nicola Sellitti

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