Esonerato Thiago Motta, arriva Igor Tudor. La Juventus era diversa
La Juventus non si abbassava ai riti propri del calcio italico, in cui quando non sai più che pesci prendere licenzi l’allenatore e vai avanti come se nulla fosse accaduto. Ora è come tutte le altre squadre

Esonerato Thiago Motta, arriva Igor Tudor. La Juventus era diversa
La Juventus non si abbassava ai riti propri del calcio italico, in cui quando non sai più che pesci prendere licenzi l’allenatore e vai avanti come se nulla fosse accaduto. Ora è come tutte le altre squadre
Esonerato Thiago Motta, arriva Igor Tudor. La Juventus era diversa
La Juventus non si abbassava ai riti propri del calcio italico, in cui quando non sai più che pesci prendere licenzi l’allenatore e vai avanti come se nulla fosse accaduto. Ora è come tutte le altre squadre
Non sono mai stato juventino, anzi per me – tifosissimo del Napoli sin da bambino – i bianconeri sono stati i grandi avversari di una vita. Spesso inarrivabili, sempre temuti e profondamente rispettati.
Per tanti tifosi (mi riferisco in particolare a quelli più accesi), proprio gli eccessi verbali e i ricorsi ai luoghi comuni nei confronti della Juventus sono stati in buona sostanza un’eterna manifestazione di timore misto a rispetto. Che ovviamente nessuno di costoro oserebbe mai ammettere. Diciamolo, una tassa da pagare all’antisportività che resta una delle grandi malattie del nostro Paese.
Tutto ciò era determinato, oltre che dalla forza economica e sportiva della squadra, dal suo aplomb, dalla storia, dalla storica proprietà. Perché no, anche da quel senso di superiorità e puzza sotto il naso che in tanti passaggi della storia juventina non sono mai mancati (e che nessuno si offenda). Perché la Juventus era diversa, non solo grazie al palmarès mostruoso, ma anche per l’approccio di tipo gestionale. Sono cresciuto ai tempi della presidenza Boniperti, del suo pugno di ferro con i giocatori, delle sue manie e dei suoi vezzi. A cominciare da quelle partite guardate sempre rigorosamente a metà. La Juventus non esonerava ed eccoci arrivati al punto.
La Juventus era diversa. Non si abbassava ai riti propri del calcio italico, in cui quando non sai più che pesci prendere licenzi l’allenatore e vai avanti come se nulla fosse accaduto. Solo che quella Juventus non c’è più e francamente dubitiamo che ci abbia guadagnato qualcosa. Per carità, Thiago Motta ha fallito e con lui ha fallito clamorosamente un manager reduce dal miracolo sportivo, economico e finanziario di Napoli, il direttore sportivo Giuntoli. Hanno fallito i giocatori, hanno fallito tutti.
Detto questo, a dispetto di questo inseguire non si sa bene che cosa, la Juventus ha subito una sconfitta ben più clamorosa. Essere esattamente come tutti gli altri. Licenziato Motta – il Vate fino a 5 mesi fa – hanno chiamato un allenatore che incarna l’immagine stessa del tecnico da subentro. Non a caso Tudor fu a lungo cercato l’anno scorso dal Napoli, quando al Maradona non ne azzeccavano neppure una per sbaglio.
Segno dei tempi, si dirà e mi si consiglierà di non fare il nostalgico. Prendo, incarto e porto a casa, ma nel frattempo resto fermamente convinto che fosse meglio prima. Per la Juventus e non solo.
Di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche

Brignone cannibale, anche la Coppa di Gigante è sua!

Juventus, Thiago Motta esonerato: storia di un fallimento

Figuraccia Ferrari: squalificati Leclerc e Hamilton in Cina. Le dimensioni contano
