Italia stop and go. Europei di Monaco al via il 15 agosto
Pochi giorni e si torna in pista. Un oro, un bronzo e un pacchetto di delusioni per l’Italia ai Mondiali di Eugene. È arrivato il conto salato al tavolo con le medaglie di legno di Tamberi nell’alto, di Sara Fantini nel martello e di Andrea Dallavalle nel salto in alto
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Italia stop and go. Europei di Monaco al via il 15 agosto
Pochi giorni e si torna in pista. Un oro, un bronzo e un pacchetto di delusioni per l’Italia ai Mondiali di Eugene. È arrivato il conto salato al tavolo con le medaglie di legno di Tamberi nell’alto, di Sara Fantini nel martello e di Andrea Dallavalle nel salto in alto
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Italia stop and go. Europei di Monaco al via il 15 agosto
Pochi giorni e si torna in pista. Un oro, un bronzo e un pacchetto di delusioni per l’Italia ai Mondiali di Eugene. È arrivato il conto salato al tavolo con le medaglie di legno di Tamberi nell’alto, di Sara Fantini nel martello e di Andrea Dallavalle nel salto in alto
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Pochi giorni e si torna in pista. Un oro, un bronzo e un pacchetto di delusioni per l’Italia ai Mondiali di Eugene. È arrivato il conto salato al tavolo con le medaglie di legno di Tamberi nell’alto, di Sara Fantini nel martello e di Andrea Dallavalle nel salto in alto
Se è stata una pausa caffè, sta per finire. Pochi giorni e si torna in pista. Un oro, un bronzo e un pacchetto di delusioni per l’Italia ai Mondiali di Eugene. Senza girarci intorno, Tokyo è lontana, soprattutto quei dieci minuti unici, non replicabili, dell’1 agosto dello scorso anno: una specie di Non-Fungible-Token dello sport azzurro, l’oro di Jacobs sui 100 arrivato mentre gli occhi erano ancora umidi per l’impresa di Tamberi e l’oro condiviso con l’amico Barshim. Forse il punto più alto di sempre, almeno ai Giochi olimpici, assieme a Mennea con le braccia alzate a Mosca 1980. Anche per questo motivo – per quello che è rimasto negli occhi con Jacobs, Tamberi e quell’incredibile 4×100 – erano alte per l’Italia le aspettative ai Mondiali americani.
Sulla velocissima pista dell’Oregon, Massimo Stano si è fatto carico di dare un segnale sul medagliere: l’oro nella 35 km di marcia avvalora il suo trionfo a Tokyo nella 20 km. La conferma, appunto, della grandezza che si è alimentata nel corso di un anno. È stato certamente carico di significato anche il bronzo centrato da Elena Vallortigara nel salto in alto. E se c’è stata troppa gloria a Tokyo, a Eugene è arrivato il conto salato al tavolo con le medaglie di legno di Tamberi nell’alto, di Sara Fantini nel martello e di Andrea Dallavalle nel salto in alto. Insomma, anche se i vertici della Fidal si sono detti soddisfatti – la base di atleti di livello si sta allargando e il medagliere mondiale non era così ricco dal 2003 – gli azzurri sono un po’ rientrati nei ranghi dopo il sogno nipponico e la scena è stata lasciata al fenomeno Duplantis che si è arrampicato fino a 6,21.
Ora per scacciare le nubi dell’Oregon lo sguardo azzurro va rivolto agli Europei, al via il 15 agosto. C’è la chance di rifarsi subito, come le squadre di calcio che perdono in campionato e dopo tre giorni cercano la riscossa nelle Coppe. Neppure l’eventuale pioggia di medaglie a Monaco di Baviera potrà però riproporre le emozioni alle Olimpiadi giapponesi. È un processo che va accettato, interiorizzato. Da tutti. Non deve pensare a Tokyo neppure Marcell Jacobs. Non deve interrogarsi sui dubbi sulla sua esplosione ai Giochi di una leggenda come Michael Johnson che si chiede se lo sprinter italiano sia una meteora che appare, incendia la pista e sparisce in un anno, senza mai tornare sotto i 10 secondi. Johnson era disattento, forse dimenticando che a febbraio Jacobs, con i muscoli non incerottati, è stato una pallottola di dinamite a Belgrado sui 60 metri indoor.
In Germania l’oro olimpico nei 100 di Tokyo potrà riannodare il filo, non ci saranno in gara un paio di americani per ora fuori portata come Kerley, che stampa tempi in fila intorno a 9’80”. La concorrenza è meno agguerrita e così sarà anche per Tamberi, che in Oregon ha mostrato orgoglio, talento e un corpo ancora segnato dagli infortuni. Forse venti giorni sono pochi per diradare le nubi del rapporto con il padre-allenatore, per trovare una nuova traccia tecnica ed emotiva per il futuro. Lo scorso anno agli Europei indoor in Polonia, a quattro mesi da Tokyo, è arrivato l’argento. Invece arrivare secondo non basta a Filippo Tortu, che vuole l’oro sui 200.
Di Nicola Sellitti
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