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F1 a Singapore, trionfa Russel. La Ferrari ridotta all’irrilevanza

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Domina Russell, con il ritorno al top della Mercedes, poi c’è il solito Verstappen, e la Ferrari?

F1 a Singapore, trionfa Russel. La Ferrari ridotta all’irrilevanza

Domina Russell, con il ritorno al top della Mercedes, poi c’è il solito Verstappen, e la Ferrari?

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F1 a Singapore, trionfa Russel. La Ferrari ridotta all’irrilevanza

Domina Russell, con il ritorno al top della Mercedes, poi c’è il solito Verstappen, e la Ferrari?

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Domina Russell, con il ritorno al top della Mercedes, poi c’è il solito Verstappen, che tiene dietro le due McLaren – a sua volta vincitrice del titolo Costruttori – e si porta a -63 punti da Piastri, che si ritrova Norris a -22. E’ la sintesi del Gp di Singapore. E la Ferrari? Sesto Leclerc, ottavo Hamilton, limitato da problemi ai freni.

Nulla di nuovo da Marina Bay, insomma. Le Rosse ancora a distanza siderale dal vertice, con Leclerc abile a guadagnare due posizioni al via e poi a remare tutta la gara a tener dietro Kimi Antonelli, che lo ha sorpassato a pochi giri dal termine. È l’ennesimo Gp di una stagione disgraziata e non è certo un caso che c’è nettezza nelle valutazioni: l’auto è stata completamente sbagliata, è estremamente suscettibile alle variazioni delle condizioni atmosferiche, veloce sul rettilineo ma pachidermica in curva. Sarebbe dovuta andare forte con il caldo, invece ci sono altre scuderie che puntualmente si sono piazzate davanti a Leclerc e Hamilton.

McLaren su tutte, poi a turno Red Bull e ora la Mercedes, tornata ad essere una freccia grazie al lavoro sull’aerodinamica. Invece a Maranello non si è cavato un ragno dal buco e, senza svilire il lavoro dei meccanici e degli ingegneri, siamo di fronte a un fallimento senza precedenti, tenendo conto delle aspettative dettate dall’arrivo di Hamilton. Diciassette Gp, cinque podi per Leclerc, un successo in una gara Sprint per Lewis, per la prima volta in carriera senza podi dopo 18 gare: questo è il fatturato della Ferrari, mai realmente competitiva per vincere, se non in condizioni particolari di gara.

Certo, ci sono stati errori anche dai piloti, però sempre alla ricerca del limite per reggere il passo delle avversarie. E soprattutto non c’è mai stata una visione unitaria nel team: Hamilton e Leclerc da una parte, ad evidenziare il limitato potenziale della vettura e poi il team principal Vasseur, mai consapevole – almeno davanti alle telecamere – che il progetto stagionale è stato fallimentare. Serve una presa di coscienza collettiva, senza alibi, senza appigli. E arriva il 2026, la stagione attesa dei grandi cambiamenti. La Ferrari ci sta lavorando e la dirigenza ha rinnovato per tre anni il contratto di Vasseur. Ovviamente, un’altra stagione del genere non va neppure contemplata.

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