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SF-23

Ferrari, ecco la nuova SF-23

Dopo tanta attesa è stata presentata la SF-23, la nuova creatura di casa Ferrari

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Ferrari, ecco la nuova SF-23

Dopo tanta attesa è stata presentata la SF-23, la nuova creatura di casa Ferrari

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Ferrari, ecco la nuova SF-23

Dopo tanta attesa è stata presentata la SF-23, la nuova creatura di casa Ferrari

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Dopo tanta attesa è stata presentata la SF-23, la nuova creatura di casa Ferrari

Come (quasi) sempre è bellissima. Seducente, sinuosa, con quel rombo irresistibile, più accecante del sole di Fiorano. E con una condanna, un bersaglio sulle spalle che durerà mesi: deve vincere. Vincere il Mondiale, che manca ormai da 15 anni. D’altronde, la Ferrari è come Sanremo, come la nazionale di calcio italiana, come la nazionale di rugby neozelandese: un pezzo del Paese, da cui si pretende molto, anzi tutto. E dunque, la SF-23 (Scuderia Ferrari, torna la denominazione adottata dal 2015 al 2021), la nuova creatura forgiata nella galleria del vento a Maranello si è messa in moto già oggi a Fiorano, sulla pista di casa. Il Bahrein, primo Gp della stagione, arriva presto, il 5 marzo.

Sono già previsti aggiornamenti per le prime tre prove del calendario. Sempre in Bahrain ci saranno tre giorni in fila di prove, dal 23 febbraio. Sono gli unici momenti in pista, prima del via al Mondiale della riscossa. Niente tempi morti, è ora di far presto. E bene, soprattutto. E quindi, si inizia subito a testare, sentire freni, motore, accelerazione, l’usura delle gomme, che è stata una delle spine dello scorso campionato. Ci sono state centinaia di ore ai box, a simulare i pit-stop, perché lo scorso anno ci sono state note dolenti anche ai box, non solo nella strategia di gara e nell’affidabilità, specie per il motore che si è fermato troppe volte nei weekend in pista e al banco prova. Si spinge, da Maranello fanno capire che si deve agire, aggredire il Mondiale, piuttosto che capire e attendere. “Vogliamo vincere il Mondiale”, ha detto Leclerc, fenomeno che sa di giocarsi il futuro nel top team italiano. Ha vinto sinora quattro Gp in quattro anni, ha collezionato pole position, sul giro secco è senza dubbio il migliore del lotto. Ma il Mondiale si vince in gara. Leclerc si ritrova un compagno di squadra, Sainz, che in gara si è mostrato costante e veloce.

Per fare questo, per vincere, è cambiato molto a Maranello, anche se la vettura non è stata rivoluzionata, anzi è l’evoluzione di quella dell’anno passato. Si è partiti da Vasseur, il nuovo team principal dopo l’era di Mattia Binotto, che non ha supervisionato il progetto della vettura – ed è un punto a sfavore nel nuovo corso – ma che ha mostrato subito idee chiare: prima il team, prima la Ferrari, prima la scuderia, poi i piloti. Una specie di riedizione di Jean Todt, scongiuri consentiti, sarebbe meraviglioso se riuscisse a percorrere anche solo in parte l’era Todt, con i cinque titoli di Michael Schumacher.

Leclerc e Sainz, definiti come la coppia migliore del Circus, che partono alla pari nella corsa al Mondiale, alla contesa con Max Verstappen. Solo la monetina ha stabilito che i primi due giri della SF-23 spettassero a Leclerc, poi è toccato a Sainz conoscere il nuovo abitacolo.

Perché la Ferrari resta sexy, l’oggetto del desiderio di ogni pilota, ma 15 anni senza un titolo Mondiale – l’ultimo con Kimi Raikkonen, nel 2007 – e il Costruttori che pure manca da 14 anni, è davvero troppo, è un affronto al mito, attraversato dall’era di Sebastian Vettel (quattro mondiali in fila), poi il regno di Lewis Hamilton, fino alla doppietta di Verstappen. Si è detto, scritto più volte: serve vincere, sentire l’inno italiano. La Mercedes, pare, sia rimasta impressionata dal lavoro svolto a Maranello. Sarà la volta buona?

di Nicola Sellitti

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