L’odio contro i calciatori del Maccabi è odio contro tutto Israele
Che brutto spettacolo ieri sera al Franchi di Firenze, in occasione della partita di Conference League fra la Fiorentina e gli israeliani del Maccabi Haifa
L’odio contro i calciatori del Maccabi è odio contro tutto Israele
Che brutto spettacolo ieri sera al Franchi di Firenze, in occasione della partita di Conference League fra la Fiorentina e gli israeliani del Maccabi Haifa
L’odio contro i calciatori del Maccabi è odio contro tutto Israele
Che brutto spettacolo ieri sera al Franchi di Firenze, in occasione della partita di Conference League fra la Fiorentina e gli israeliani del Maccabi Haifa
Che brutto spettacolo ieri sera al Franchi di Firenze, in occasione della partita di Conference League fra la Fiorentina e gli israeliani del Maccabi Haifa
Che brutto spettacolo ieri sera al Franchi di Firenze, in occasione della partita di Conference League fra la Fiorentina e gli israeliani del Maccabi Haifa. Non certo per le bandiere palestinese esposte in curva Fiesole, ma per quella marea di insulti piovuti sui giocatori del Maccabi, in quanto israeliani o con sulle spalle una maglietta di una squadra israeliana.
Una manifestazione di puro odio nei confronti di un Paese intero, uno schierarsi senza sé e senza ma dalla parte di una sola ragione e di un solo torto, dimenticando con sorprendente agilità (mica troppo sorprendente, siamo in definitiva sin troppo abituati al pacifismo unilaterale) i lutti causati dai terroristi di Hamas fra i civili israeliani. Quelli non valgono, non esistono, vige la libertà di insulto solo nei confronti degli israeliani. Tutti indistintamente colpevoli della folle politica del premier Benjamin Netanyahu.
In questi spazi, sulle pagine de La Ragione abbiamo perso il conto degli interventi dedicati alla mancanza di visione, alla follia umanitaria dell’intervento militare a tappeto di Tel Aviv nella Striscia di Gaza. Un’operazione senza alcuna possibilità di eradicare completamente il bubbone di Hamas, ma foriera della terrificante certezza di aver creato un muro d’odio, una rabbia, un astio, un desiderio di vendetta con cui Israele sarà costretto a fare i conti per generazioni.
Questo, però, nulla ha a che vedere con l’assoluta incapacità di discernere le colpe dei singoli governi da quelli di un intero popolo. Ancora più radicale e sconfortante cecità nei confronti del regime di terrore instaurato da Hamas ai danni di 2 milioni di cittadini palestinesi della Striscia. Chi ieri ha insultato i giocatori del Maccabi si è messo di fatto dalla parte di chi ritiene comprensibile, in qualche misura giustificabile, la politica della rabbia per la rabbia, della distruzione dello Stato di Israele, dell’antisemitismo di fatto.
Quanto è facile dimenticare la molteplicità di sentimenti, sensibilità, pensieri politici dei cittadini israeliani. Una brutta serata.
di Fulvio Giuliani
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