Formula1. Il millimetro che fa la differenza
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Lo scontro è di tipo tecnico e legale. Gli avvocati di Red Bull e Mercedes sono pronti a combattere sui millimetri dell’altezza da terra delle monoposto imposti dai nuovi regolamenti della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA).

Formula1. Il millimetro che fa la differenza
Lo scontro è di tipo tecnico e legale. Gli avvocati di Red Bull e Mercedes sono pronti a combattere sui millimetri dell’altezza da terra delle monoposto imposti dai nuovi regolamenti della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA).
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Formula1. Il millimetro che fa la differenza
Lo scontro è di tipo tecnico e legale. Gli avvocati di Red Bull e Mercedes sono pronti a combattere sui millimetri dell’altezza da terra delle monoposto imposti dai nuovi regolamenti della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA).
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Il problema aerodinamico è diventato tanto importante da non poter essere più rimandato. Non si tratta infatti solo di una questione di prestazioni dell’auto ma soprattutto di salute per i piloti. Per questo la FIA intende cambiare la normativa – indirizzata ai team – che limita l’effetto di oscillazione verticale delle monoposto. L’intervento, che consiste nell’alzare l’assetto dell’auto, limiterebbe il problema di “sobbalzo”, ma aumenterebbe la portata d’aria che coinvolge il fondo, riducendo così la potenza dell’effetto suolo con conseguente perdita di prestazioni.
Ma il porpoising delle vetture (così viene definito tra gli esperti di motore) è un fattore che riguarda da vicino la sicurezza. Non si può fare finta di niente, i piloti a fine GP sono stanchi. Secondo gli specialisti e medici del settore automobilistico, le ripercussioni per i piloti nel tempo saranno inevitabili a causa delle continue sollecitazioni che ricevono. Abbiamo visto tutti come Hamilton non riuscisse ad uscire dall’abitacolo a fine gara a causa dei dolori legati ai “sobbalzi” della monoposto durante il Gran Premio di Baku.
La speranza di Mercedes è quindi quella di ottenere più millimetri possibili, al contrario Red Bull vorrebbe mantenere tutto invariato. Per il team toro rosso questo tipo di problema è infatti un ricordo del passato, già risolto intervenendo ingegneristicamente sulle sospensioni posteriori. Chi ha ragione?
La decisione politica sta scatenando contrasti tra le squadre. Il problema è di tipo tecnico e alcune case potrebbero essere penalizzate se la FIA dovesse decidere di mettere in pratica questa limitazione d’altezza.
“Il problema ce l’ha Mercedes? Beh, che alzi la sua monoposto e lo risolva – è il commento di Christian Honer, team manager della Red Bull Racing – Non è giusto penalizzare chi ha lavorato bene rispetto a chi ha mancato l’obiettivo”. La sfida, ancor prima che in pista, è probabile che continuerà in aula di tribunale.
Di Marco Mauri
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