L’Italia non sarà ripescata al Mondiale e questa è una buona notizia. Prima di spiegare perché, andiamo con ordine: l’Ecuador giocherà regolarmente il torneo iridato in programma in Qatar, fra novembre e dicembre. È stato respinto il ricorso del Cile contro la Federcalcio del Paese andino, per i presunti documenti contraffatti del giocatore Byron David Castillo Segura che gli avrebbero garantito una falsa cittadinanza ecuadoregna. Con la ‘sconfitta’ del Cile si dissolve anche l’ipotetica reazione a catena che avrebbe portato a un ripescaggio degli Azzurri.
Dopo le meravigliose emozioni del trionfo europeo dello scorso luglio a Wembley, l’Italia si è letteralmente liquefatta, mancando una qualificazione in realtà facilissima. Sono stati falliti non uno ma tre match point e l’esclusione è il giusto verdetto del campo. Il gruppo, perfetto sotto la guida di Mancini nei due anni che hanno portato alla vittoria europea, si è disfatto.
Perché, allora, il mancato ripescaggio sarebbe un’ottima notizia? Perché non c’è alternativa a una rifondazione severa, per cui saranno necessari tempo e pazienza. Approfittare di scorciatoie è sempre poco dignitoso. Oggi sarebbe un mezzo suicidio, esponendoci al rischio di buttare un altro anno inseguendo improbabili soluzioni miracolistiche per il Mondiale. Piuttosto, mettiamoci a lavorare in silenzio, facciamo giocare i giovani di talento che abbiamo (non molti) e costruiamo un’altra Italia per cui emozionarci come capitato esattamente dodici mesi fa.
Di Fulvio Giuliani
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