
Gli ottant’anni di Sandro Mazzola
Sandro Mazzola, stella dell’Inter e della Nazionale, compie oggi 80 anni. Per i ragazzi cresciuti negli anni ’50, i dribbling e i gol di Sandro coloravano i giorni che trascorrevano monotoni.
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Gli ottant’anni di Sandro Mazzola
Sandro Mazzola, stella dell’Inter e della Nazionale, compie oggi 80 anni. Per i ragazzi cresciuti negli anni ’50, i dribbling e i gol di Sandro coloravano i giorni che trascorrevano monotoni.
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Sandro Mazzola, stella dell’Inter e della Nazionale, compie oggi 80 anni. Per i ragazzi cresciuti negli anni ’50, i dribbling e i gol di Sandro coloravano i giorni che trascorrevano monotoni.
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Sandro Mazzola, stella dell’Inter e della Nazionale, compie oggi 80 anni. Per i ragazzi cresciuti negli anni ’50, i dribbling e i gol di Sandro coloravano i giorni che trascorrevano monotoni.
Oggi compie ottant’anni il calciatore dell’Inter e della Nazionale Sandro Mazzola. Figlio di Valentino, mitico capitano del grande Torino, morto nel rogo di Superga del 4 maggio 1949, il piccolo Sandro impara subito che la gente è pronta ad aiutare facilmente quando si è qualcuno e non si ha bisogno; a dileguarsi, invece, quando la fortuna volge le spalle e la quotidianità diventa molesta. Intanto, come molti ragazzini cresciuti nel secondo dopoguerra, la passione di Sandro per il gioco del calcio si fa cocente e si esprime negli spazi aperti, nei campi improvvisati, nei campetti dell’oratorio. Qualcosa nella sua vita cambia quando, dopo la sciagura aerea di Superga, insieme al fratello minore Ferruccio viene adottato come mascotte dell’Inter, che vincerà due scudetti consecutivi nel campionato 1952-1953 e 1953-1954.
Cresciuto nelle squadre giovanili del club nerazzurro, Sandro non arriva a giocare subito in serie A perché quasi tutti i dirigenti dell’Inter sono scettici sulle sue qualità tecniche. Quando qualcuno presenta per la prima volta il giovane Sandro all’allenatore Helenio Herrera, questi risponde glaciale: «Gran giugador il padre. Vederemo, vederemo tu». Nell’ottobre del 1962, a corto di giocatori causa infortuni, il “Mago” Herrera fa infine esordire Sandro in serie A. Da quel momento comincia a dispiegare in maniera sempre più convincente le sue caratteristiche di mezzala offensiva che esprime un gioco fantasioso e spettacolare con le sue finte di corpo, il dribbling stretto, i passi di danza, il tiro secco e preciso.
Nell’intera sua carriera, conclusasi il 3 luglio 1977, Mazzola ha giocato 570 partite segnando 162 gol, ha conquistato il titolo di capocannoniere nella stagione 1964-1965, ha vinto quattro scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali e il Campionato europeo con la Nazionale nel 1968. E tutto questo quando il gioco del calcio era assai meno nevrotico, totalizzante e competitivo rispetto a quello odierno, diventato purtroppo una sorta di surrogato della guerra o del fanatismo religioso, deturpato dalla violenza degli ultras, dal razzismo, da stipendi miliardari economicamente e moralmente inaccettabili.
Per i ragazzi nati negli anni Cinquanta da famiglie poco abituate a godere delle piccole felicità del superfluo che regalava il boom economico, i dribbling e i gol memorabili di Sandro, le sue ‘poesie’ scritte nei rettangoli verdi coloravano i giorni che trascorrevano monotoni, costituendo un ristoro dell’anima, una ragione in più per alzarsi al mattino e affrontare meglio i doveri della scuola e della quotidianità.
di Lorenzo Catania
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