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Il Super Bowl

Grande attesa per il Super Bowl

Tra poche ore si disputerà il celebre Super Bowl, la finalissima del campionato Nfl di football americano. E il risultato del campo è, per molti, secondario
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Grande attesa per il Super Bowl

Tra poche ore si disputerà il celebre Super Bowl, la finalissima del campionato Nfl di football americano. E il risultato del campo è, per molti, secondario
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Grande attesa per il Super Bowl

Tra poche ore si disputerà il celebre Super Bowl, la finalissima del campionato Nfl di football americano. E il risultato del campo è, per molti, secondario
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Tra poche ore si disputerà il celebre Super Bowl, la finalissima del campionato Nfl di football americano. E il risultato del campo è, per molti, secondario
Biglietti che costano in media oltre ottomila dollari (diventano novemila sul mercato secondario), lo scenario extra lusso di Las Vegas che si propone come la Mecca dello sport mondiale, con il permesso del Golfo Persico, il peso sui conti (astronomici) del football esercitato da Taylor Swift. È il momento della finale del campionato nazionale di football, il famoso Super Bowl. Se lo giocano i Kansas City Chiefs e i San Francisco 49ers, ma il risultato del campo è davvero uno degli ultimi elementi sul tavolo. È il Super Bowl, è la fotografia dell’America, ancora di più perché è l’anno elettorale. Conta esserci, far parlare di se stessi, poco importa se bene o male. Infatti il costo di un singolo spot da 30 secondi nel corso della partita vale sette milioni di dollari. Fox, che ha trasmesso il Super Bowl lo scorso anno, ha incassato oltre 600 milioni di dollari di entrate pubblicitarie legate alla finale, che ha ottenuto ascolti televisivi record con 115 milioni di telespettatori. E il costo medio di un mini-spot è passato da 5,6 milioni a sette milioni di dollari in quattro anni. Così, c’è stata la corsa tra i brand ad accaparrarsi uno slot: pacchetti chiusi da mesi, tra gli spot più attesi c’è quello di Volkswagen, che riporta il maggiolino negli Stati Uniti a 75 anni dalla sua comparsa. Più importante della partita è certamente l’intervallo, l’Half Time Show: si esibisce Usher, lo scorso anno il palco è stato occupato da Rihanna, in passato da Springsteen, Madonna, Stones.

Dentro il Super Bowl c’è lo show-biz, ma c’è anche la politica: qualche giorno fa il presidente americano Joe Biden – avvolto dalla scia di polemiche per i vuoti di memoria – ha declinato l’invito a un’intervista sul Super Bowl sulla Cbs, che quest’anno è il network – avviene a turno – che trasmette la partita più vista dell’anno in America, che in genere conta almeno 100 milioni di spettatori, tra tv e dispositivi elettronici. Donald Trump si è subito detto pronto a prenderne il posto, perché la platea del Super Bowl è unica e fa gola sia ai democratici che ai repubblicani. Sarebbe stato un rischio, perché la scena appartiene a Taylor Swift, eroina d’America, moltiplicatore di dollari e spina nel fianco di Trump dai tempi della prima tornata elettorale che portò il tycoon alla Casa Bianca.

Si legge sui siti americani di ‘Swiftfication’ perché Swift – che trasforma in platino tutto ciò che tocca, letteralmente – è la compagna di Travis Kelce, star di Kansas City. Da quando fanno coppia, il valore della franchigia è salito del 43%: in dollari fanno quasi 332 milioni di dollari, secondo un report di Apex Marketing Group. Insomma, la cantante fa bene ai conti della Nfl, il cui giro d’affari entro il 2027 dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 miliardi di dollari annui. Per intenderci, andrebbe a fatturare ben oltre il doppio della Premier League. Che non per caso è considerata la Nfl del calcio mondiale.

di Nicola Sellitti

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