I mondiali di calcio in 3D
I Mondiali di calcio sono una imperdibile opportunità per lanciare nuovi strumenti tecnologici. La realtà aumentata e la realtà virtuale consentono di “entrare” nelle partite in 3D, magari vedendole sul tavolo della cucina o direttamente in un altro stadio
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I mondiali di calcio in 3D
I Mondiali di calcio sono una imperdibile opportunità per lanciare nuovi strumenti tecnologici. La realtà aumentata e la realtà virtuale consentono di “entrare” nelle partite in 3D, magari vedendole sul tavolo della cucina o direttamente in un altro stadio
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I Mondiali di calcio sono una imperdibile opportunità per lanciare nuovi strumenti tecnologici. La realtà aumentata e la realtà virtuale consentono di “entrare” nelle partite in 3D, magari vedendole sul tavolo della cucina o direttamente in un altro stadio
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I Mondiali di calcio sono una imperdibile opportunità per lanciare nuovi strumenti tecnologici. La realtà aumentata e la realtà virtuale consentono di “entrare” nelle partite in 3D, magari vedendole sul tavolo della cucina o direttamente in un altro stadio
I Mondiali di calcio rimangono (con le Olimpiadi) gli appuntamenti più ambiti dalle grandi aziende della telecomunicazione televisiva e dei produttori di televisori per lanciare nuovi standard e modelli. Così è stato per la tv a colori e per le tappe dell’alta definizione. I loro pianificati obiettivi non cambiano: offrire agli spettatori una fruizione sempre più attraente e far acquistare ciclicamente nuovi apparecchi, una strategia di mercato reiterata per tutti i prodotti tecnologici e non solo.
Il mercato sa che per i consumatori di football (quasi 4 miliardi nel mondo) i punti di partenza per il miglior godimento di una partita sono almeno due: 1. la poltrona in salotto davanti a un televisore di almeno 65 pollici in ultra alta definizione a 8k e l’audio ambientale da stadio (il suono proviene esattamente dall’azione inquadrata); 2. un proprio posto allo stadio, anelatamente in tribuna autorità. Due modalità di fruizione – casa e stadio – che grazie a intelligenza artificiale, realtà aumentata (AR) e virtuale (VR) si stanno mischiando dandoci la sensazione, con un visore stereoscopico, di entrare fisicamente nello stadio, negli spogliatoi e sul campo di gioco.
Nel 2017 la Juventus ha presentato l’app “Juventus VR”, che offriva ai fan l’immersione totale con una visione a 360° dentro o fuori dallo stadio. Il Real Madrid ha sviluppato un’app analoga per i pre-partita (arrivo del pullman dei calciatori, passaggio dal tunnel al campo di gioco, ecc.). Nel 2018 le partite dei Mondiali in Russia potevano essere viste in realtà virtuale (a 360° e in 3D) dagli abbonati di “FoxSports” (negli Usa) e della “Bbc” indossando visori Oculus Go e Gear VR, con la selezione dei punti di vista (dalla tribuna stampa, dietro le porte, ai lati del campo, ecc.). Nello stesso anno la Uae Gulf League, la Serie A degli Emirati, mise in onda alcune partite in VR con lo slogan «Potrai immergerti nel calcio come non l’hai mai fatto».
All’opzione “immersi virtualmente nello stadio” oggi si aggiunge – per chi è presente di persona – la possibilità di ricevere in tempo reale sul proprio smartphone (o con “occhialini intelligenti”) ogni possibile informazione sulla partita in corso, sui giocatori e sulle squadre: dati, statistiche, replay e, inquadrando le singole azioni, analisi animate, calcolo della velocità dei tiri, visione da differenti punti di vista, proprio come si disponesse di un Var personale. Il tutto per mezzo della realtà aumentata, pilotata dall’intelligenza artificiale e trasmessa con lo standard 5G.
Nel frattempo, fra la scelta di stare in salotto calzando un visore che ci porta virtualmente allo stadio e stare realmente allo stadio con degli occhialini che ci offrono ogni possibile analisi della partita in corso, si profila – i primi prototipi sono del giugno 2018 – un terzo modo di godere una partita: farla riprodurre in tre dimensioni sul tavolo di cucina o del salotto. Avere cioè lo stadio in miniatura (in ologrammi, con una rete neurale convoluzionale), materializzato su una qualsiasi superficie piatta, per godersi la partita live e magari girandoci intorno, come fossimo su un agile drone che si muove a qualche decina di metri sopra il terreno di gioco. L’idea è di portare in diretta le partite reali in trasmissione olografica anche nei bar, nelle comunità e – riportate a dimensioni reali – in altri stadi, con una loro duplicazione potenzialmente illimitata. Che business, il calcio.
Di Edoardo Fleischner
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