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Tennis italiano

Il boom del tennis italiano

Gironi Coppa Davis: la facilità con cui Berrettini e Arnaldi hanno vinto i due match, contro i sudamericani, lascia intendere l’attuale potenziale del tennis azzurro

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Il boom del tennis italiano

Gironi Coppa Davis: la facilità con cui Berrettini e Arnaldi hanno vinto i due match, contro i sudamericani, lascia intendere l’attuale potenziale del tennis azzurro

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Il boom del tennis italiano

Gironi Coppa Davis: la facilità con cui Berrettini e Arnaldi hanno vinto i due match, contro i sudamericani, lascia intendere l’attuale potenziale del tennis azzurro

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Gironi Coppa Davis: la facilità con cui Berrettini e Arnaldi hanno vinto i due match, contro i sudamericani, lascia intendere l’attuale potenziale del tennis azzurro

Dall’altra parte della rete c’era il Brasile, non la Russia di Medvedev e Rublev. Ma la facilità con cui la nazionale italiana di Coppa Davis, senza Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, si è sbarazzata a Bologna dei comunque tosti sudamericani, vincendo i due match in singolare con Matteo Berrettini prima e poi Matteo Arnaldi, lascia intendere pienamente l’attuale potenziale del tennis azzurro. La squadra al momento più forte al mondo, una condizione certificata dai risultati annuali nel circuito, dalla presenza di italiani nella parte alta della classifica. Questo non significa certo vincere in carrozza ogni edizione della Davis o riuscire a bissare le emozioni dello scorso anno con il trionfo in finale sulla Serbia di Djokovic, ma schierare Berrettini e Arnaldi come opzione numero 3 e 4 (e ce ne sarebbero altre valide alle loro spalle come Darderi e Sonego), assieme a un doppio super come quello composto da Vavassori e Bolelli rimanda – forse un filo esagerando – a frame storici in cui gli Stati Uniti o la Germania (negli anni ‘90) vincevano la Davis senza neppure schierare i due migliori singolaristi, oppure in tempi più recenti alla forza della Spagna di Nadal e della Svizzera di Federer.

E’ una condizione impensabile sino a qualche tempo fa e che va assolutamente sfruttata, come ha recentemente spiegato il numero uno della Federtennis, Angelo Binaghi, il quale ha evidenziato che i circoli del tennis sono zeppi e così anche le scuole, soprattutto da quando è esplosa la febbre Sinner, aprendo alla costruzione in tempi brevi di nuovi impianti sul territorio nazionale. Insomma, per il tennis italiano si potrebbe ricreare quel movimento virtuoso che si generò nel volley dopo il boom della generazione d’oro di Julio Velasco tra la fine degli anni ‘80 e l’avvio degli anni ‘90 e che si vede ancora oggi. “Non ci sono abbastanza palestre per contenere tutte le ragazze che vorrebbero giocare a pallavolo”, ha detto il Maestro Velasco dopo il trionfo olimpico con le azzurre. Avvenne oltre 20 anni fa nel maschile, potrebbe avvenire nel tennis, uno sport di base in scia a Sinner e alla generazione d’oro degli azzurri. Sarebbe un peccato non approfittarne.

Di Nicola Sellitti

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