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L'Italia che gioca a Calcio

Il calcio vada a scuola di nuoto e atletica

LItalia che nuota, salta e corre ci ha regalato unaltra estate bellissima, dopo quella indimenticabile della doppietta Europei di calcio-Giochi olimpici nel 2021

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LItalia che nuota, salta e corre ci ha regalato unaltra estate bellissima, dopo quella indimenticabile della doppietta Europei di calcio-Giochi olimpici nel 2021

Una sequenza di trionfi, questanno concentrati nel mese di agosto, che ci ha permesso di riflettere più volte sugli splendidi esempi che dal mondo dello sport arrivano allintero Paese. Sempre che si abbia voglia di coglierli, si intende. Abbiamo potuto ragionare della capacità di esaltare il talento e le competenze, sul saper far scuola, così come abbiamo raccontato le storie dei singoli protagonisti, dei campioni che ancora una volta hanno dato dellItalia la miglior immagine possibile nel mondo.

Le ragazze e i ragazzi che in vasca hanno dominato in lungo e in largo i Campionati europei di nuoto hanno raccolto un numero di medaglie e podi che non si vedeva dai lontani tempi dellUrss e della Germania dell’Est. Come sottolineato, non solo quelle erano altre ere geopolitiche e sportive, ma soprattutto gli anni del doping di Stato. Un grande imbroglio che deprezza tantissimo i trionfi di una stagione macchiata per sempre.

Dagli Europei di atletica abbiamo avuto la conferma delle nostre superstar globali, GimboTamberi e Marcell Jacobs, capaci di tornare a vincere dopo infortuni e ostacoli di ogni tipo, mentre si affacciava sui grandi palcoscenici la nuova stella di Yeman Crippa. Grazie al neo campione dei 10.000 metri, abbiamo potuto sviluppare delle riflessioni su quanto lo sport sia un meraviglioso motore di integrazione. Quella vera, non fatta di chiacchiere e secondi fini.

Il Bignami di questestate Azzurra sappiamo perfettamente essere destinato a scontrarsi con la realtà dei lunghi mesi dellinformazione monopolizzata dal pallone. E lo scrive chi del calcio è un profondo amante e un sincero appassionato, ma non un osservatore reso cieco dallamore per il nostro sport nazionale.

La verità è che sia in termini di grandi personaggi, che di tematiche di grande respiro il calcio italiano da troppo tempo non riesce più a proporre un’immagine degna della sua storia. Scontiamo una carenza qualitativa evidente, di cui il massiccio ricorso ai giocatori stranieri non è la causa, ma piuttosto un sintomo. È vero che a differenza di altri campionati il nostro pallone fa fatica a gettare nella mischia ragazzi e ragazzini, ma è almeno altrettanto certo che abbiamo costruito un’idea di settore giovanile che soffoca il talento, premiando la tattica esasperata. Costruiamo in batteria ottimi calciatori, ma senza il guizzo, l’anarchica libertà che ne possono fare dei campioni. Le stelle, magari ribelli, con cui scrivere la storia. Non basta lamentarsi, bisognerebbe avere il coraggio di guardare in faccia la realtà del nostro pallone e studiare correttivi non per oggi, ma per dopodomani. La strada scelta da sempre in Spagna, mentre in Germania è stata imboccata dopo le dure lezioni subite dalla Nazionale. Sarà un caso, ma ne è seguita una lunga stagione di trionfi.

In Italia, non sono bastate due mancate qualificazione ai Mondiali (pur senza dimenticare la gioiosa parentesi degli Europei in Inghilterra) per mettere mano alla scuola del pallone. Un podi umiltà al movimento non guasterebbe, osservando e imitando ciò che hanno saputo fare latletica – dopo anni magrissimi – e il nuoto, che ha letteralmente costruito quasi da zero unimmagine vincente.

Di Fulvio Giuliani

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