Il limite del rispetto anche sul campo
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Nella partita Lecce-Vicenza l’attaccante vicentino Meggiorini è scoppiato in lacrime dopo che un avversario gli ha insultato la madre, morta due anni fa. Gli insulti alla famiglia dovrebbero restare al di fuori del vocabolario di persone adulte.

Il limite del rispetto anche sul campo
Nella partita Lecce-Vicenza l’attaccante vicentino Meggiorini è scoppiato in lacrime dopo che un avversario gli ha insultato la madre, morta due anni fa. Gli insulti alla famiglia dovrebbero restare al di fuori del vocabolario di persone adulte.
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Il limite del rispetto anche sul campo
Nella partita Lecce-Vicenza l’attaccante vicentino Meggiorini è scoppiato in lacrime dopo che un avversario gli ha insultato la madre, morta due anni fa. Gli insulti alla famiglia dovrebbero restare al di fuori del vocabolario di persone adulte.
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AUTORE: Gaia Bottoni
Che durante una partita di calcio volino gli insulti non è certo un fatto inedito. Succede però che si vadano a toccare corde delicate e così che una partita di serie B fra Lecce e Vicenza finisca per far parlare più per questo che per il risultato in campo. Sul finale del match, infatti, l’attaccante vicentino Meggiorini è scoppiato a piangere dopo che l’avversario leccese Majer gli aveva dato del “figlio di..”.
Peccato che Meggiorini abbia perso la madre due anni fa e queste parole l’abbiano ferito al punto da non riuscire a trattenere le lacrime. Dimostrazione che esiste un confine fra ciò che sul campo, e in certi particolari momenti, è accettabile e ciò che non lo è. Al di là della reazione del vicentino, che qualcuno si ritrovi ancora ad apostrofare un avversario tirando in mezzo madri, sorelle e parenti vari è francamente imbarazzante.
Non ci si aspetta certo che i calciatori siano modelli di aplomb né che si rivolgano sempre l’uno all’altro in modo impeccabile. Però gli insulti alla famiglia dovrebbero restare al di fuori del vocabolario di persone adulte. Evidentemente non è così, anche se c’è da registrare che Majer si è poi scusato per aver urtato la sensibilità dell’avversario. Immaginiamo non sapesse che il vicentino avesse perso la mamma, ma poco cambia in verità.
Dal canto suo, Meggiorini ne è uscito comunque meglio dell’avversario, anche per aver mostrato una sensibilità che non sempre si vede in campo. Perché l’agonismo è una cosa, il limite del rispetto delle persone un’altra.
di Gaia Bottoni
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