Juventus punita, le altre no. L’avvocato Grassani spiega perché
Otto squadre (nuovamente) assolte e una gravemente punita. Mattia Grassani, avvocato di lungo corso di diritto sportivo, ci spiega perché solo la Juventus sia stata penalizzata così pesantemente
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Juventus punita, le altre no. L’avvocato Grassani spiega perché
Otto squadre (nuovamente) assolte e una gravemente punita. Mattia Grassani, avvocato di lungo corso di diritto sportivo, ci spiega perché solo la Juventus sia stata penalizzata così pesantemente
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Juventus punita, le altre no. L’avvocato Grassani spiega perché
Otto squadre (nuovamente) assolte e una gravemente punita. Mattia Grassani, avvocato di lungo corso di diritto sportivo, ci spiega perché solo la Juventus sia stata penalizzata così pesantemente
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Otto squadre (nuovamente) assolte e una gravemente punita. Mattia Grassani, avvocato di lungo corso di diritto sportivo, ci spiega perché solo la Juventus sia stata penalizzata così pesantemente
La necessaria ricerca di un punto di equilibrio. Perché il clima è già avvelenato. E le vicende processuali a carico della Juventus potrebbero durare mesi, se non anni.
Sono passate poche ore dalla sentenza della Corte d’Appello della Figc sul processo plusvalenze che penalizza di 15 punti in campionato la Juve. È stata la notizia che ha aperto in due il paese. Si sono immediatamente formate le fazioni. Da una parte i colpevolisti, un esercito che mette assieme i tifosi di diverse squadre, che denunciano la presenza di un “sistema Juve” da anni.
Dall’altro lato, i negazionisti, quelli dell’orgoglio Juventus “fino alla fine”, un altro esercito che ingloba i calciatori della squadra bianconera, una truppa di ex calciatori dalla tastiera facile, i tifosi, naturalmente. Quelli del mondo Juve, insomma, che si sentono avvolti dall’ennesimo complotto ai danni dei bianconeri, dopo Calciopoli. Anche se per quel processo si deve far capo alle sentenze. Come si dovrà procedere in questo processo, d’altronde.
In mezzo ai due schieramenti, in attesa del ricorso al Collegio di Giustizia dello Sport, che è ultimo grado di giudizio sportivo e che si esprimerà entro circa due mesi, c’è l’esigenza di costruire una zavorra dell’oggettività. Perché i tifosi fanno i tifosi, gli sfottò restano sfottò. Andrebbe anche bene, se si restasse nel recinto della civiltà. Spesso invece si va oltre, complici i social, come vedremo tra poco. Mentre spetta agli addetti ai lavori provare ad attenersi ai fatti, produrre domande, evidenziare eventuali, presunti, punti oscuri nell’azione della procura della Figc. Senza però perdere la traccia dell’obiettività. Sennò, altro che guelfi contro ghibellini.
Dunque, 15 punti di penalizzazione alla Juventus, inibizione di due anni per l’ex presidente Andrea Agnelli, pena ancora più dura per l’ex direttore sportivo della Juve, Fabio Paratici, ora al Tottenham. Le altre squadre coinvolte e assolte nel processo che si è chiuso, dopo due gradi di giudizio, in primavera con l’assoluzione della Juve, anche stavolta sono state assolte. La Juventus, no, anzi. La motivazione, come ha spiegato il capo della procura della Figc, Chiné, sta nella programmazione da parte della dirigenza bianconera di un sistema-plusvalenze a scopo di frode, per coprire le perdite di bilancio.
E tutto questo è emerso dall’altro filone, quello ordinario, dell’inchiesta Prisma, processo al via a Torino a fine marzo, per cui Agnelli e la dirigenza juventina sono stati rinviati a giudizio per diversi reati finanziari, tra cui falso in bilancio e aggiotaggio informativo. In sostanza, la richiesta di riapertura del filone sportivo è dovuta agli elementi venuti alla luce dall’inchiesta Prisma. Materiale di cui la procura della Figc non disponeva, ai tempi del processo chiuso con l’assoluzione juventina.
Mattia Grassani, avvocato di lungo corso di diritto sportivo, ci spiega che “gli elementi nuovi prodotti dalla Procura Federale hanno evidenziato uno spaccato interno a Juventus che verosimilmente è stato ritenuto rilevante sul piano disciplinare da parte della Corte Federale d’Appello sotto il profilo dell’elemento soggettivo”. Tra gli elementi che avrebbero spinto la Corte d’Appello a inasprire le richieste della procura della Figc – che aveva chiesto nove punti di penalizzazione alla Juve – ci sono prove documentali e una delibera della Consob che dimostra la contemporaneità, la coordinazione con la controparte e l’assenza di corrispettivo di denaro in tutte le operazioni concluse che sono state analizzate.
“Più che la delibera della Consob penso possano aver inciso i documenti sequestrati presso gli uffici del club bianconero e le captazioni telefoniche ed ambientali. Le motivazioni ovviamente chiariranno in maniera più precisa cosa abbia orientato i giudici in un senso così afflittivo”, aggiunge Grassani.
Anche il legale bolognese è vittima dell’ambiente avvelenato nel calcio italiano. Vincitore del premio “Milano Finanza Legal Award 2022”, istituito dal quotidiano finanziario milanese, quale miglior esperto dell’anno specializzato in Diritto Sportivo in Italia, Grassani da settimane è oggetto di offese, minacce via social, via smartphone da sedicenti tifosi. Interpellato da diverse radio, aveva semplicemente espresso il suo parere qualificato, delineando in anticipo un quadro probatorio piuttosto pesante a carico della Juventus.
Tanto è bastato per essere oggetto di insulti e minacce. Grassani ha lavorato in diverse occasioni per il Napoli. Ha anche lavorato per il Bologna per il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport per Bologna-Inter, dello scorso aprile. Della sua competenza si sono avvalsi diversi club di Serie A.
Insomma, i rischi che la situazione sfugga di mano ci sono tutti. L’iter processuale a carico della Juventus potrebbe essere lungo. Potrebbe intervenire l’Uefa, sempre sul versante sportivo. Poi ci sarà l’inchiesta Prisma. Mesi, forse anni di processi. Un clima da guerra permanente può produrre solo danni. Ci sono diversi operatori dei media chiamati a non avvelenare i pozzi nei prossimi tempi. Lo impone la professione e l’esigenza di civiltà.
Di Nicola Sellitti
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