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La nuova generazione di fenomeni

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L’Italia del volley continua a collezionare successi grazie al sapiente lavoro di maestri senza tempo del nostro sport: Fefè De Giorgi e Andrea Giani

La nuova generazione di fenomeni

L’Italia del volley continua a collezionare successi grazie al sapiente lavoro di maestri senza tempo del nostro sport: Fefè De Giorgi e Andrea Giani
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La nuova generazione di fenomeni

L’Italia del volley continua a collezionare successi grazie al sapiente lavoro di maestri senza tempo del nostro sport: Fefè De Giorgi e Andrea Giani
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Accadde qualcosa di magico, con quella generazione che abbiamo imparato ad amare e ricordare con infinito affetto. La “generazione dei fenomeni” del Volley italiano e mondiale, la più forte squadra di ogni tempo, di cui l’Italia campione del mondo e finalista agli Europei è una degna erede. I due allenatori che ieri sera all’Eur, a Roma, si sono giocati la semifinale continentale erano entrambi in campo agli ordini di Julio Velasco, in quell’indimenticabile Italia. Trent’anni dopo (trent’anni, impressionante), Andrea Giani – il centrale-schiacciatore di allora – e Fefè De Giorgi – il palleggiatore di una squadra incredibile – si sono sfidati ai massimi livelli. Come allora, quando da compagni giocarono partite entrate nella piccola, grande storia dello sport italiano. Con il dovuto rispetto per Giani – sempre nel cuore di tutti i tifosi azzurri – Fefè De Giorgi è sembrato di un’altra categoria, alla guida di una squadra mostruosa. Ieri sera, si intende, perché domani contro la Polonia (riedizione della storica finale mondiale di un anno fa) potrà essere tutta un’altra faccenda, come insegna lo sport. Restando a ieri sera, l’Italia è stata un piacere per gli occhi, ha giocato a un livello tecnico stellare, mostrato una padronanza dei fondamentali impressionante, ma anche una compattezza, pulizia, idea di team che sono un vanto per il Paese. E non scriviamo sull’onda emotiva di una bella vittoria. L’Italia del Volley va studiata – e ci è “indifferente” il risultato di domani – perché è il frutto di una strategia, di un’idea di lavoro, di rispetto di valori che trascendono il piccolo mondo della pallavolo. Fefè De Giorgi, con quel fisico un po’ così e la faccia da papà che ti mette in riga con uno sguardo e senza alzare la voce, parla a tutti noi quando dice: “Ai ragazzi, alla fine di una partita come quella di oggi o contro l’Olanda, dico sempre di godersi questa stanchezza che sembra assoluta. Perché è il privilegio di chi è arrivato fin qui, a giocarsi semifinali e finali”. Trent’anni fa come oggi, sono i valori a fare la differenza e i grandi maestri fanno grandi uomini. di Fulvio Giuliani

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