La partita che cambiò per sempre il calcio britannico
La maledetta sera di maggio 1985: nella finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus, la follia degli hooligans causò la morte di 39 persone
La partita che cambiò per sempre il calcio britannico
La maledetta sera di maggio 1985: nella finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus, la follia degli hooligans causò la morte di 39 persone
La partita che cambiò per sempre il calcio britannico
La maledetta sera di maggio 1985: nella finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus, la follia degli hooligans causò la morte di 39 persone
La maledetta sera di maggio 1985: nella finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus, la follia degli hooligans causò la morte di 39 persone
Alla fine degli anni Ottanta l’Inghilterra del calcio sta vivendo la propria Brexit. La causa è da ricercare in quella maledetta sera di maggio del 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles nella quale, prima che si disputasse la finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus, la follia degli hooligans britannici aveva causato la morte di 39 persone. L’Uefa aveva reagito imponendo alle squadre inglesi l’esclusione dalle competizioni europee per i successivi cinque anni. La patria del football che si avvia verso la fine di quel decennio è quindi una periferia isolata del mondo calcistico, che vive rinchiusa nel proprio recinto fra il disinteresse del resto del Continente.
L’attenzione dell’Isola si concentra così sulle competizioni domestiche. Come la FA Cup, la Coppa d’Inghilterra, che il 15 aprile 1989 mette in scena la semifinale fra Nottingham Forest e Liverpool. La sede designata per ospitare la gara (in campo neutro) è lo stadio di Hillsborough, a Sheffield. Per l’occasione i tifosi dei rossi di Liverpool vengono collocati nella West Stand, una tribuna da 14mila posti. Primo problema: l’accesso al settore è costituito da soli 6 ingressi. Troppo pochi.
Si crea così un assembramento enorme all’entrata degli spalti che la polizia fatica a smaltire. Si opta allora per l’apertura di un ulteriore cancello, così da far defluire la folla. È l’idea che innesca la tragedia. I sostenitori dei “Reds” – molti dei quali senza biglietto – si riversano in massa all’interno della West Stand, con le forze dell’ordine che non riescono a effettuare nessun controllo e con la tribuna che si riempie ben oltre il limite consentito. Una situazione che raggiunge il culmine sei minuti dopo l’inizio della gara, quando alcuni spettatori sono costretti a invadere il campo per non rimanere schiacciati per il sovraffollamento del settore. Sulle prime i poliziotti cercano di ricacciarli indietro ma poi, preso tardivamente atto di quanto sta accadendo, decidono di aprire le recinzioni per consentire alla gente di mettersi in salvo. Ma il peggio è ormai avvenuto perché ci sono già 96 morti (quasi tutti sotto i trent’anni) soffocati dalla calca.
È uno shock per tutta la nazione. L’opinione pubblica individua nei sostenitori del Liverpool i veri responsabili dell’accaduto, esattamente come all’Heysel. Il tabloid “The Sun” – su spinta del governo Thatcher – mette in atto una campagna mediatica diretta a demonizzare il comportamento dei supporter, invocando misure repressive. L’allenatore del Nottingham Forest Brian Clough definisce «assassini» i tifosi rivali e la Camera dei Lord commissiona un rapporto (che prenderà il nome dal suo coordinatore, il giudice Peter Taylor) per regolamentare il fenomeno del tifo.
Da quel documento emergerà però un’altra verità: la responsabilità del massacro di Hillsborough era innanzitutto imputabile alle forze dell’ordine e alla loro disorganizzazione. L’effetto del “Rapporto Taylor” provocherà un completo riassetto del sistema di sicurezza negli stadi, con impianti più funzionali, maggiori controlli e responsabilità più definite per le società, contribuendo – almeno in Patria – a porre fine al fenomeno hooligans. Da lì si giungerà poi al modello della Premier League, oggi unanimemente considerata il punto di riferimento per il calcio europeo.
Quelle 96 anime volate via in un pomeriggio di metà aprile vengono ricordate ogni anno in tutta l’Inghilterra. Per non dimenticare chi, partito per assistere a una partita di calcio, ha invece finito per incontrare la morte. E per far sì che non accada mai più.
di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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Tag: sport
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