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Djokovic

Le lezioni del Djoker

Novak Djokovic, oltre che il più forte, c’è chi dice che sia anche il più furbo e “malefico” che si possa incrociare…

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Le lezioni del Djoker

Novak Djokovic, oltre che il più forte, c’è chi dice che sia anche il più furbo e “malefico” che si possa incrociare…

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Le lezioni del Djoker

Novak Djokovic, oltre che il più forte, c’è chi dice che sia anche il più furbo e “malefico” che si possa incrociare…

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Novak Djokovic, oltre che il più forte, c’è chi dice che sia anche il più furbo e “malefico” che si possa incrociare…

C’è chi dice che sia un fenomeno anche a far finta di essere ormai fuori dalla partita, infortunato, su una gamba sola. C’è chi dice che sia, oltre che il più forte o fra i più forti mai visti su un campo da tennis, per distacco il più furbo e “malefico“ (in senso agonistico, si intende) che si possa incrociare.

Sta di fatto che ieri la partita era finita, la gamba non rispondeva più e il N.1 al mondo stava per cedere lo scettro a Jannik Sinner. Che l’azzurro siamo certi non volesse diventare in questo modo il primo, storico leader della classifica mondiale del tennis non toglie nulla al fatto in sé. Alla notizia, sulla quale già tutti ci stavamo esercitando pronti a commentare un evento storico non solo per il tennis italiano, ma per il Paese.

Solo che con Novak Djokovic, detto il Djoker, devi sempre fare i conti. Sempre.
Una gamba, due, una e mezza, conta, ma non è l’argomento decisivo. Nel suo caso, solo nel suo caso.

Ciò che cambia tutto, rende semplicemente irreale ciò che gli avversari vedono dall’altra parte della rete, è la folle, totale, assoluta ossessione per la vittoria. Per il non cedere nulla, quando in palio c’è qualcosa di decisivo. Djokovic, in questo è uno straordinario esempio per noi tutti, anche per chi nella vita non avrà mai l’opportunità di provare una simile pressione davanti agli occhi non diciamo del mondo, ma neppure del condominio. Resta la lezione, resta l’esempio di uno dei più fenomenali atleti che abbia mai calcato i campi di qualsiasi disciplina.

Certo, c’è anche la sfibrante rincorsa di Sinner al N.1, ma la verità è molto semplice: l’azzurro è già numero uno reale da mesi, sull’onda di una seconda parte del 2023 fenomenale e un inizio di quest’anno da cineteca. Manca la certificazione, che prima o poi arriverà. O meglio, dovrebbe arrivare a meno che quel demonio piovuto dalla Serbia non abbia idee diverse. Compresa quella di fermare il tempo.
Più forte di King Federer e Rafa Nadal, ma di lui… chissà.

Di Fulvio Giuliani

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