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Le parole stonate su Sinner

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È inevitabile che un personaggio come Jannik Sinner attiri non solo lodi sperticate e simpatie diffuse. È andato troppo in alto e troppo in fretta, solleticando i fan della demolizione a ogni costo di chi ha successo

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Le parole stonate su Sinner

È inevitabile che un personaggio come Jannik Sinner attiri non solo lodi sperticate e simpatie diffuse. È andato troppo in alto e troppo in fretta, solleticando i fan della demolizione a ogni costo di chi ha successo

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Le parole stonate su Sinner

È inevitabile che un personaggio come Jannik Sinner attiri non solo lodi sperticate e simpatie diffuse. È andato troppo in alto e troppo in fretta, solleticando i fan della demolizione a ogni costo di chi ha successo

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Intendiamoci, è inevitabile che un personaggio come Jannik Sinner attiri non solo lodi sperticate e simpatie diffuse. È andato troppo in alto e troppo in fretta per non solleticare quella parte così tipicamente italica di nostri concittadini. Dediti alla demolizione costante di chi ce l’ha fatta e nel suo caso ce l’ha fatta veramente tanto…

È bastata una partita persa nel torneo di Halle – sia detto con il dovuto rispetto – di pura preparazione a Wimbledon per far venire fuori le orchestrine stonate. Agli strumenti quelli che Sinner “ormai si distrae troppo”. Quelli ancor peggiori che “Sinner è come Berrettini”(doppia offesa) distratto dalle donne fatali. Quegli altri ancora che “pensa più agli spot o alle comparsate” e via così. Il caso ha voluto che nello stesso giorno della sconfitta contro Bublik fosse pubblicato il video dell’ultimo singolo di Andrea Bocelli, in cui il numero uno al mondo è coprotagonista non cantante.

Che pochi giorni fa l’azzurro abbia firmato una delle più belle partite dell’intera storia del tennis – la finale del Roland Garros con Carlitos Alcaraz – viene in qualche misura usata come prova a carico. Un puro ribaltamento della realtà. Sinner ha perso una partita, il che nel tennis è l’assoluta normalità, ma il dato tecnico non ha alcun rilievo. Il personaggio, soprattutto perché in definitiva ben poco personaggio, finisce per scavallare la persona e l’atleta. Agli occhi di chi aspetta da sempre al varco i grandi per registrarne le cadute queste sono occasioni ghiottissime.

Per il banale motivo che fino a oggi Jannik praticamente non ne ha offerta alcuna. Se si esclude la vicenda del farmaco e la relativa squalifica in cui a prendersela con il giocatore sono rimasti solo quello sciroccato di Kyrgios e qualche sfigato in giro per il mondo. Calmi e godiamoci l’umanità del campione.

Duole dirlo ma nelle stesse ore un altro fenomenale protagonista del nostro sport, Marcell Jacobs, ha gestito male una gara sbagliata. L’ultimo posto sui 100 metri al meeting di Turku, in Finlandia, con un tempo lontanissimo dai suoi standard. Piccato da alcune critiche, l’oro olimpico di Tokyo ha derubricato la prestazione ad “allenamento ad alta intensità“.

Brutta figura, quando ti pagano per partecipare a un meeting e nelle stesse ore pianti in asso la Federazione. Che su di te aveva costruito il Festival della velocità allo Stadio dei Marmi di Roma. Abbiamo difeso a spada tratta Jacobs in tante occasioni, l’ultima nell’inquietante vicenda del presunto spionaggio di alcuni soggetti che orbitavano intorno al collega Filippo Tortu. Ma non è nascondendo i problemi che si torna in cima al mondo. Dare un’occhiata a Sinner potrebbe aiutare.

Di Fulvio Giuliani

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