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L’Italia batte 2-1 il Venezuela con una doppietta di Retegui

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In una serata complicata, che pure ha regalato un successo sul Venezuela, ci sono tre certezze per la nazionale italiana dalla trasferta a Miami

Italia Venezuela

L’Italia batte 2-1 il Venezuela con una doppietta di Retegui

In una serata complicata, che pure ha regalato un successo sul Venezuela, ci sono tre certezze per la nazionale italiana dalla trasferta a Miami

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L’Italia batte 2-1 il Venezuela con una doppietta di Retegui

In una serata complicata, che pure ha regalato un successo sul Venezuela, ci sono tre certezze per la nazionale italiana dalla trasferta a Miami

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In una serata complicata, che pure ha regalato un successo sul Venezuela (2-1) ci sono tre certezze per la nazionale italiana dalla trasferta a Miami. E non sono poche: Retegui, Donnarumma e Luciano Spalletti. Ci sarebbe anche una quarta certezza, ossia il 4-3-3, che gli azzurri riconoscono e applicano meglio, si sentono più comodi, corti e ordinati, con maggiori conoscenze e qualità. L’esperimento della linea difensiva a tre, avvicinandosi all’Inter che domina il campionato (in azzurro ci sono Bastoni, Darmian, Di Marco, Barella) non ha infatti prodotto risultati e non è un caso che l’Italia abbia dato il meglio di sé stessa nell’ultima fetta di partita, tornando al modulo di base. Spalletti ha molto da lavorare, la base tecnica dell’Italia non consentirebbe voli pindarici ma con un mese di preparazione e uno stratega all’altezza, ci sono i margini per provare a risalire qualche posizione tra le migliori d’Europa.

Per ora, si parte da Donnarumma, tornato a livelli di lusso: un rigore parato in avvio, una sicurezza in quasi tutte le circostanze. Dal portiere all’attaccante, c’è Retegui, che è un cadeau di Roberto Mancini, prima di lasciare l’azzurro e sbarcare in Arabia. Doppietta al Venezuela, fanno quattro in cinque gare per l’italo-argentino, che sarà grezzo ma sa fare gol, una manna tra le punte italiane in lite con la rete. Deve insisterci Spalletti, chiamato a un lavoro simile a quello che svolse Antonio Conte nel 2016, portando l’Italia a un passo dalle semifinali europee con Eder e Pellè in avanti. Manca diversa materia prima dietro, in mezzo e in avanti. Un altro asso potenziale, Chiesa, sembra perso. Magari tornasse anche lui, ma il ct deve anche fare sintesi, a questo punto, e forse andare con quel poco di sicurezze che ci sono, i sincronismi di un modulo che lo ha portato, tra l’altro, allo scudetto al Napoli.

di Nicola Sellitti

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