Jacobs, l’oro agli europei e il cuore dei campioni
Con l’oro agli europei di atletica Marcell Jacobs non è tornato, semplicemente non se ne era mai andato, vincendo anche un indurimento al polpaccio. Come insegna lo storico allenatore Rudy Tomjanovich: “Mai sottovalutare il cuore di un campione”.
Jacobs, l’oro agli europei e il cuore dei campioni
Con l’oro agli europei di atletica Marcell Jacobs non è tornato, semplicemente non se ne era mai andato, vincendo anche un indurimento al polpaccio. Come insegna lo storico allenatore Rudy Tomjanovich: “Mai sottovalutare il cuore di un campione”.
Jacobs, l’oro agli europei e il cuore dei campioni
Con l’oro agli europei di atletica Marcell Jacobs non è tornato, semplicemente non se ne era mai andato, vincendo anche un indurimento al polpaccio. Come insegna lo storico allenatore Rudy Tomjanovich: “Mai sottovalutare il cuore di un campione”.
Con l’oro agli europei di atletica Marcell Jacobs non è tornato, semplicemente non se ne era mai andato, vincendo anche un indurimento al polpaccio. Come insegna lo storico allenatore Rudy Tomjanovich: “Mai sottovalutare il cuore di un campione”.
Anche Jacobs è ripartito, in condizioni fisiche e psicologiche anche più complicate. I fenomeni dell’atletica sono purtroppo spesso avvolti da preconcetti e dubbi, c’è un’eredità pesante dal passato. Poco dopo il traguardo ha lanciato un messaggio verso denigratori e sospettosi, verso la stampa americana che ai Mondiali ha analizzato con perizia estrema la sua esplosione, i metodi di allenamento, la dieta. Tra l’altro, Jacobs è il quarto atleta a vincere l’oro europeo dopo quello olimpico.
Ma ora lo sguardo del campione mira lontano e deve essere così. Tra un anno a Budapest c’è da riscrivere il copione anche ai Mondiali, dopo il passo falso del mese scorso in Texas. Secondo il presidente della Fidal (ed ex agonista) Stefano Mei, senza infortuni Jacobs avrebbe vinto ai Mondiali con un metro di vantaggio su tutti, anche sull’americano Kerley, forte, un tuono più che un lampo, ma alla portata del campione italiano, che ha davanti quattro-cinque anni per costruire la sua dinastia nella velocità pura.
Ci sarà tempo per disegnare la traiettoria per arrivare in forma ai Mondiali del 2023, per tutelare corpo e mente. Forse per Jacobs, se il polpaccio lo consentirà, potrebbe essere un’altra medaglia europea nella staffetta 4×100.
Il suo successo rende ancora più azzurra l’estate italiana. Le sensazioni provate un anno fa a Tokyo 2020, quei dieci minuti di estasi tra gli ori di Jacobs e Tamberi restano inarrivabili. Ma la riscossa dello sprinter olimpionico e l’incredibile bottino del nuoto agli Europei, con primato inattaccabile nel medagliere, trovano spazio nella leggenda dello sport tricolore.
Di Nicola Sellitti
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