Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

La tragedia e la passione di una vita

|

Matilde Lorenzi, ne siamo certi, coltivava il sogno per sé e il proprio piccolo, grande mondo. Lo ripetiamo, non c’è consolazione possibile

Matilde Lorenzi

La tragedia e la passione di una vita

Matilde Lorenzi, ne siamo certi, coltivava il sogno per sé e il proprio piccolo, grande mondo. Lo ripetiamo, non c’è consolazione possibile

|

La tragedia e la passione di una vita

Matilde Lorenzi, ne siamo certi, coltivava il sogno per sé e il proprio piccolo, grande mondo. Lo ripetiamo, non c’è consolazione possibile

|

Non conoscevo Matilde Lorenzi, non avevo seguito i primi passi ad alto livello di un’atleta considerata – lo abbiamo letto tutti dopo il tragico incidente – una promessa del nostro sci. Sappiamo perfettamente quanto possa essere pericoloso questo sport nobile e affascinante, quanto nonostante gli enormi progressi della sicurezza in pista, dei materiali e della stessa preparazione atletica degli sciatori, il tragico imprevisto è sempre dietro l’angolo, in un’imperfezione della neve, in un tratto ghiacciato, in un’asperità imprevista. Cancellare il rischio in questa, come in tante altre discipline, è a oggi impossibile. Non lo scriviamo per cercare un’impossibile consolazione o per “giustificare“ una perdita atroce per la famiglia e tutto lo sport italiano. Lo ricordiamo per sottolineare la passione bruciante, meravigliosa, totalizzante che spinge questi splendidi ragazzi a cercare sempre di superare i propri limiti. A imitare, emulare, magari andare oltre campioni del passato e del presente che fanno onore all’Italia.

Matilde, ne siamo certi, coltivava questo sogno per sé e il proprio piccolo, grande mondo. Lo ripetiamo, non c’è consolazione possibile, in questa come tante, troppe occasioni tragicamente simili nello sport. Vogliamo sottolineare cosa rende questi atleti, questi ragazzi un nostro orgoglio: rappresentano uno dei modi più belli di affrontare l’esistenza, facendo ciò che si ama, al meglio delle proprie possibilità.

Non c’è nessuna medaglia, nessun mondiale o coppa che possa giustificare l’estremo sacrificio. Niente. Solo la consapevolezza che per un grande campione, un atleta di alto livello e chiunque aspiri a questa dimensione di fatto impossibile da comprendere fino in fondo per noi “persone normali“ non c’è nulla che valga la pena di essere vissuto più dell’amore totalizzante per i propri sogni. A qualsiasi età. Non c’è nulla da mettere sulla bilancia e in fin dei conti neppure da comprendere. Solo da rispettare.

di Fulvio Giuliani

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Via i vestiti per punizione. Nuovo shock nella ritmica

31 Marzo 2025
Via i vestiti per punizione. Nuovo shock nella ritmica. Metodi vessatori, violenti, di cui era a…

Ginnastica ritmica shock (due anni dopo). Emanuela Maccarani licenziata per i presunti maltrattamenti alle allieve

26 Marzo 2025
Si volta pagina nella ginnastica ritmica italiana. Un passo pesante (tardivo) che segna un cambi…

Brignone cannibale, anche la Coppa di Gigante è sua!

25 Marzo 2025
Altro podio, altra Coppa di specialità, stavolta in gigante, avvalorando così l’oro mondiale vin…

Esonerato Thiago Motta, arriva Igor Tudor. La Juventus era diversa

24 Marzo 2025
La Juventus non si abbassava ai riti propri del calcio italico, in cui quando non sai più che pe…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI