Matteo Berrettini, trionfo della volontà
| Sport
La parabola di Matteo Berrettini è istruttiva in assoluto: dopo l’infortunio si è presentato nelle migliori condizioni all’Atp Queen’s e ha vinto con il suo estro, la sua abnegazione ma, soprattutto, duro lavoro.

Matteo Berrettini, trionfo della volontà
La parabola di Matteo Berrettini è istruttiva in assoluto: dopo l’infortunio si è presentato nelle migliori condizioni all’Atp Queen’s e ha vinto con il suo estro, la sua abnegazione ma, soprattutto, duro lavoro.
| Sport
Matteo Berrettini, trionfo della volontà
La parabola di Matteo Berrettini è istruttiva in assoluto: dopo l’infortunio si è presentato nelle migliori condizioni all’Atp Queen’s e ha vinto con il suo estro, la sua abnegazione ma, soprattutto, duro lavoro.
| Sport
AUTORE: Fulvio Giuliani
Questa mattina scriviamo di Matteo Berrettini perché abbiamo voglia di cominciare la settimana all’insegna della convinzione di poter determinare il proprio futuro. Anche (soprattutto) se non mancano limiti e avversità.
Dirà immancabilmente qualcuno: “con i problemi che abbiamo, non fatela troppo lunga per una ‘semplice’ vittoria in un torneo di tennis”. Il punto è che il nostro N.1, a un passo dalla Top ten mondiale grazie alla doppia vittoria sui tornei “erbivori” di Stoccarda e del Queen’s, è in questo momento un manifesto delle scelte difficili, ma vincenti che possono dare la svolta a una carriera e a una vita.
Berrettini, dopo aver toccato il cielo con un dito l’anno scorso a Wimbledon, ha dovuto fermarsi per un infortunio che poteva costargli gran parte della stagione della consacrazione. Si è operato, ha retto a tre mesi di stop, è tornato e ha vinto. Nove partite di seguito sull’erba e due tornei. Facile a scriversi, pressoché un’impresa a farsi, dribblando inevitabili fantasmi che si presentano nella testa di un tennista al rientro da un lungo stop. In uno sport dalla componente psicologica fondamentale almeno quanto quella tecnica e fisica, la suprema prova del nove.
L’azzurro l’ha superata di slancio, presentandosi nelle migliori condizioni possibili al torneo dei tornei che scatterà fra una settimana sull’erba di Church road e l’anno scorso lo proiettò alla notorietà mondiale.
Sport e tennis a parte, la parabola di Matteo Berrettini è istruttiva in assoluto, per la costanza e l’abnegazione mostrati in anni di paziente costruzione del magnifico giocatore che è oggi. Un trionfo della volontà, da studiare: un giocatore dai grandissimi mezzi fisici e certamente baciato dal talento, ma soprattutto paradigma del campione dei tempi moderni, in cui il sacrificio e la dedizione sono elementi imprescindibili.
Il solo estro, la mera improvvisazione non bastano. Restano fondamentali, ma devono essere accompagnati da programmazione e lavoro, lavoro, lavoro. Matteo Berrettini, un bell’esempio italiano.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche

Italia, la bellezza di una serata crudele
23 Luglio 2025
Un goal preso al 95º dall’Italia, quando eri lì a contare i secondi che ti separavano da un’incred…

Italia rimpianto enorme, ma solo applausi
22 Luglio 2025
Europei femminili, una beffa per l’Italia. Il gol del pari subito nel recupero dei tempi regolamen…

Un’Italia che vince. Due volte
22 Luglio 2025
L’Italia vince il campionato europeo di basket nella categoria Under 20 e gli azzurri danno una le…

De Bruyne, il Napoli e la maglia numero 10 che non si tocca
21 Luglio 2025
È stata di grande sorpresa l’espressione di Kevin De Bruyne – il nuovo asso del Napoli – quando, a…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.