Mondiali Qatar: la Croazia batte il Brasile
Mondiali Qatar: la Croazia batte il Brasile
Mondiali Qatar: la Croazia batte il Brasile
Dunque, sorpresa Croazia, ma fino a un certo punto. Il Marocco che elimina la Spagna è la “storia” del torneo. I croati, con lo stesso impianto di squadra, sono arrivati in finale quattro anni fa, contro la Francia. Ora si piazzano tra le prime quattro con una sola vittoria prima del pacchetto supplementari-rigori. Questo sì che è un primato, così come quello di essere usciti vivi dall’ennesima partita dentro-fuori che si è conclusa oltre i tempi regolamentari. Hanno giocato l’ottava partita da almeno 120 minuti delle ultime nove giocate ai Mondiali. E se il portiere Livakovic si merita i titoloni per l’ennesimo rigore sventato nella lotteria finale (il quarto in due partite, in piena emulazione del Donnarumma formato Euro 2020) e per una serie impressionante di parate durante la gara, non ci sono aggettivi adeguati per santificare la prova di Luka Modric. Un docente del pallone, venerabile maestro che dispone, cuce, corre, raddoppia, rassicura. E gioca altri 120 minuti. A 36 anni. Come lui, forse poco meno di lui, ci sono Brozovic, Kovacic, Perisic. Che sanno come si gioca questo tipo di partite.
E dire che ai croati manca anche un centravanti di spessore: la caratura di Petkovic, che ha segnato il gol del pari a due minuti dal termine (tiro deviato, tra l’altro) non è certamente da Mondiali. Il titolare, Kramaric, è un anarchico che spesso si assenta quando l’arbitro fischia il via e altre punte in giro non se ne vedono. Con un attaccante serio, anche meno forte del grande Davor Suker, i croati sarebbero favoriti per il titolo.
Intanto, Petkovic è bastato contro forse l’edizione più sbiadita del Brasile degli ultimi anni. Servirà anche altro più avanti, contro Messi o contro l’Olanda di Van Gaal. Modric per ora ha solo bisogno di riposo, di un buon massaggio, prima della prossima battaglia. In Rete gira il meme del fantastico centrocampista del Real Madrid che lancia monetine ai calciatori brasiliani e a Tite mentre ballano dopo un gol. Non è l’unica presa in giro che attende il Brasile nei prossimi quattro anni.
Di Nicola Sellitti
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