Napoli-Lazio: o vinci o impari
La sconfitta di ieri del Napoli contro la Lazio, una notizia di per sé, ci insegna che nulla può esser dato per scontato. Nella vita, mica nel calcio
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Napoli-Lazio: o vinci o impari
La sconfitta di ieri del Napoli contro la Lazio, una notizia di per sé, ci insegna che nulla può esser dato per scontato. Nella vita, mica nel calcio
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La sconfitta di ieri del Napoli contro la Lazio, una notizia di per sé, ci insegna che nulla può esser dato per scontato. Nella vita, mica nel calcio
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La sconfitta di ieri del Napoli contro la Lazio, una notizia di per sé, ci insegna che nulla può esser dato per scontato. Nella vita, mica nel calcio
Voglio scrivere della sconfitta del Napoli, ieri sera contro Lazio. Un po’ perché una sconfitta azzurra in questo campionato è una notizia di per sé, un po’ perché adoro scrivere di sport e di pallone e soprattutto perché – come spesso capita nel calcio quando si erge a metafora della vita – da un centinaio di minuti passati in campo si possono fare considerazioni ben oltre la “semplice” partita.
Non credo, in tutta onestà, che la caduta contro l’ex Maurizio Sarri possa inficiare la corsa degli azzurri verso lo scudetto, ma i grandi uomini di sport ci ricordano un insegnamento su tutti: non si perde mai. O si vince o si impara. Ieri sera abbiamo imparato, ove fosse ancora necessario, la vacuità di chi dà tutto per scontato. Nella vita, mica nel calcio. Di chi manca di rispetto agli avversari e in fin dei conti a se stesso, ritenendo che un lavoro sia completato prima del tempo.
Intendiamoci, non sto parlando della squadra o l’allenatore, escludo che abbiano dato per archiviato il campionato e conclusa la rincorsa trentennale al titolo di Campioni d’Italia. Penso esattamente l’opposto.
Mi riferisco a chi di calcio non sa nulla, a quelli a cui si è più volte riferito lo stesso Luciano Spalletti e a chi confonde un’impresa sportiva con vendette storiche da consumare, riscatti che solo i perdenti possono affidare a una squadra di pallone o chissà cos’altro ancora. A chi salta senza ritegno sul carro dei vincitori, brucia i tempi, ignora la realtà dello sport e le sue regole. La prima delle quali resterà sempre il rispetto di se stessi, dell’avversario e dell’impegno che ci deve essere dietro ogni vittoria.
Una cosa è il folklore, divertente e caratteristico. Anche i calcoli su quando il Napoli potrebbe festeggiare e i tifosi sfogare la loro gioia in piazza sono parte del gioco popolare. Tutto questo è fisiologico, come la sottile paura e la vaga inquietudine di oggi, determinate da una sconfitta, realtà ormai pressoché sconosciuta dalle parti del Maradona.
Altro è l’atteggiamento di chi fino all’altro ieri diceva tutto il male possibile della società, del presidente e snobbava squadra e stadio, salvo precipitarsi a spellarsi le mani a scudetto apparentemente vinto. Solo che – lo dicevamo – il calcio è come la vita e quest’ultima, ci ricorda il filosofo Forrest Gump, è come una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capiterà. Quando gira meno bene è sui compagni, i veri amici e il talento che devi contare. Mentre continui a imparare.
di Fulvio Giuliani
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