Napoli-Osimhen: come NON usare i social…
Napoli-Osimhen: un evitabile video su Tik Tok che ha scavato un fossato tra la società campione d’Italia e il suo calciatore migliore, l’ultimo capocannoniere di A
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Napoli-Osimhen: un evitabile video su Tik Tok che ha scavato un fossato tra la società campione d’Italia e il suo calciatore migliore, l’ultimo capocannoniere di A
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Napoli-Osimhen: un evitabile video su Tik Tok che ha scavato un fossato tra la società campione d’Italia e il suo calciatore migliore, l’ultimo capocannoniere di A
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Napoli-Osimhen: un evitabile video su Tik Tok che ha scavato un fossato tra la società campione d’Italia e il suo calciatore migliore, l’ultimo capocannoniere di A
Un evitabile video su Tik Tok che ha scavato un fossato tra la società campione d’Italia e il suo calciatore migliore, l’ultimo capocannoniere di A. La vicenda tra il Napoli e Osimhen, romanzo ormai a puntate (dura da cinque giorni) sarebbe potuta durare pochi attimi: il tempo necessario per rimuovere quel post a base di noce di cocco che il Napoli ha piazzato sul suo profilo ufficiale Tik Tok e che la punta nigeriana ha ritenuto offensivo. Il Napoli ha tardato parecchio a farlo rimuovere: è stato il peccato originale.
Poi, c’è stato di tutto: una società vincente ma ancora poco strutturata (eufemismo) che impiega due giorni a vergare una nota ufficiale su quanto avvenuto in cui non è capace di scusarsi con il suo tesserato, anche solo per far calare l’attenzione mediatica.
Poi c’è il calciatore, istintivo fuori come in campo, che nell’impeto della rabbia, di un risentimento che parte dal mancato rinnovo di contratto e dalla mancata cessione in Arabia decide di rimuovere le foto dello scudetto del Napoli sul suo IG. Hanno trovato un posto in commedia anche l’agente di Osimhen, Roberto Calenda, che è montato sul caso come un cowboy dei rodeo texani (addirittura minacciando un esposto alla Fifa per razzismo da parte del Napoli..), ancora con il dente avvelenato per la commissione svanita (decine di milioni..) in estate nel mancato trasferimento di Osimhen in Arabia Saudita. Poi ecco il social media manager del Napoli, che ha impiegato ore e non pochi minuti a cancellare il post della discordia su Tik Tok, che poi si dimette e ci racconta che quelle dimissioni erano previste da tempo. Vabbè.
Insomma, una piccola fiamma divenuta un incendio, al punto che il governo nigeriano si è sentito in dovere (contattando il Ministero degli Affari Esteri) di intervenire per tutelare Osimhen, chiedendo rispetto per il calciatore, in poche parole accusando il Napoli e Napoli (in città è presente un’ampia comunità nigeriana) di discriminare il ragazzo.
In sostanza, un minivideo su Tik Tok che poteva essere cancellato in un battito di ciglia è divenuto un capo diplomatico. Se tutto ciò è accaduto, significa che la parte in commedia è stata recitata sin troppo bene (o male, a scelta) dalle parti.
Il post delle ultime ore di Osimhen su Instagram che ribadisce il suo legame con i napoletani e respinge le assurde voci sul razzismo sigla una pace, anche se superficiale.
Nel post il Napoli non è mai citato, con ogni probabilità è una tregua per arrivare a fine stagione e salutarsi senza altri fuochi. Lo vuole il calciatore, lo vuole il manager, forse lo vorrà anche il Napoli, che in estate ha respinto offerte monstre dall’Arabia.
Si dovrebbe quindi ora chiudere una storia rivedibile, evitabile e che segnala, se vi fosse bisogno, che il calcio è diventata una cosa sempre più seria, dove gli attori sono tanti, alcuni (come i manager) pesano sempre di più. È un’azienda e quindi bisogna attrezzarsi, essere tempisti e strutturati. Altrimenti, il casus belli è dietro l’angolo.
di Nicola Sellitti
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