Nata per volare
Con Sofia Goggia stiamo parlando di un’atleta unica nella sua categoria, capace di tornare dall’inferno agonistico una miriade di volte
Nata per volare
Con Sofia Goggia stiamo parlando di un’atleta unica nella sua categoria, capace di tornare dall’inferno agonistico una miriade di volte
Nata per volare
Con Sofia Goggia stiamo parlando di un’atleta unica nella sua categoria, capace di tornare dall’inferno agonistico una miriade di volte
Con Sofia Goggia stiamo parlando di un’atleta unica nella sua categoria, capace di tornare dall’inferno agonistico una miriade di volte
Bisogna avere un minimo di memoria storica, per comprendere la vicenda umana e agonistica di questa ragazza. Sofia Goggia ha vinto meno di altre straordinarie protagoniste del “circo bianco“ e no, non ci stiamo riferendo (almeno non solo) alla sua eterna rivale Federica Brignone. Pensiamo alle dominatrici della Coppa del Mondo degli ultimi anni e a tanti nomi che hanno discutibilmente segnato un’epoca, senza diventare però mai… Lei.
Per carità, siamo italiani e ci godiamo con una forza tutta particolare una campionessa azzurra, ma qui stiamo parlando di un’atleta unica nella sua categoria, di una Medaglia d’Oro olimpica, di una pluri vincitrice in Coppa del Mondo e nelle Coppe di specialità. Capace di tornare dall’inferno agonistico un numero di volte di cui abbiamo perso il conto.
(Anche) Questo l’ha resa indiscutibilmente il personaggio che è oggi. L’ultimo infortunio – sulle nevi praticamente di casa di Ponte di Legno – è stato qualcosa di devastante. Potenzialmente fatale per la sua carriera. Sofia Goggia lo ha anche confessato: “Quest’estate pensavo di mollare“.
Il dolore, la fatica immane e completamente incomprensibile per noi comuni mortali dell’affrontare il tunnel della fisioterapia e del recupero post infortunio, il dubbio lacerante di non essere più quella di prima. Tsunami psicologici che hanno schiacciato più di un campione del passato più o meno recente. Non lei, ancora una volta.
Torna in Coppa del Mondo, fa secondo posto in Discesa e trionfa in SuperG. Come se niente fosse accaduto e invece è accaduto di tutto… In termini fisici e, come detto, psicologici. Mentre le avversarie si attrezzano e cercano di liberarsi una volta per tutte di questo mostro della velocità. Senza riuscirci – auguriamoci – ancora per molto, molto tempo.
In base a quella che è la nostra conoscenza del fenomeno-Goggia, oltre gli aspetti caratteriali, tecnici e una forza mentale palesemente fuori dal comune, c’è un aspetto che continua a rimbombarci in testa quando pensiamo alle tante interviste con lei: Sofia Goggia ama visceralmente la velocità, vuole andare veloce, perché è andando veloce – il più veloce possibile su due sci – che si sente veramente e pienamente se stessa.
È nata per volare sugli sci, potremmo star qui a scrivere trattati su come affronti le curve o gli allenamenti, ma crediamo fermamente che questa passione totalizzante per la velocità sia l’ingrediente fondamentale. La pietra angolare.
E quella non passa, sta lì, ti fa diversa.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
-
Tag: sport
Leggi anche