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nuovo logo monza

Nuovo look per Monza, Imola torna in gara

L’autodromo di Monza si prepara a cambiare logo per i suoi 100 anni nel 2022, anno in cui il circuito di Imola tornerà a far parte stabilmente del campionato di F1. L’Italia sarà l’unico Paese ad avere due piste del mondiale.
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Nuovo look per Monza, Imola torna in gara

L’autodromo di Monza si prepara a cambiare logo per i suoi 100 anni nel 2022, anno in cui il circuito di Imola tornerà a far parte stabilmente del campionato di F1. L’Italia sarà l’unico Paese ad avere due piste del mondiale.
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Nuovo look per Monza, Imola torna in gara

L’autodromo di Monza si prepara a cambiare logo per i suoi 100 anni nel 2022, anno in cui il circuito di Imola tornerà a far parte stabilmente del campionato di F1. L’Italia sarà l’unico Paese ad avere due piste del mondiale.
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L’autodromo di Monza si prepara a cambiare logo per i suoi 100 anni nel 2022, anno in cui il circuito di Imola tornerà a far parte stabilmente del campionato di F1. L’Italia sarà l’unico Paese ad avere due piste del mondiale.
L’autodromo di Monza si prepara a festeggiare i suoi primi 100 anni nel 2022 e per l’occasione si rifà il look con un nuovo logo, svelato nei giorni scorsi all’Expo di Dubai. nuovo logo monza Da sx a dx: Stefano Dominicali, Luigi Di Maio e Angelo Sticchi Damiani alla presentazione del nuovo logo a Expo Dubai 2020. Costruito in appena 110 giorni, il circuito viene realizzato nel primo dopoguerra, nel 1922, quando l’Automobile Club di Milano per celebrare il suo venticinquesimo anniversario propone l’idea all’Opera Nazionale Combattenti, allora proprietaria del parco, che, entusiasta di dare spazio alle corse automobilistiche, sposa subito il progetto. Progettato dall’architetto Alfredo Rosselli, l’autodromo di Monza sale subito sul podio nella storia dell’automobilismo; prima di lui, infatti, sono solo due i circuiti esistenti: uno a Brooklands, l’altro a Indianapolis. La prima versione del circuito presenta una pista stradale di 5.500 metri con sette curve, e un anello lungo 4.500 metri  di forma ovale con due curve sopraelevate, vera caratteristica della pista. Il 28 luglio del ‘22 i piloti  Pietro Bordino e Felice Nazzaro percorrono il tracciato su una Fiat 570: inizia ufficialmente la storia del ‘Tempio della velocità’. Velocità che, però, viene rimodulata dopo il primo, tragico, incidente del 1928, quando il pilota Emilio Materassi perde il controllo della sua Talbot sul rettilineo d’arrivo piombando in mezzo agli spettatori, uccidendone 21, oltre sé stesso, e ferendone più di 40. 

VELOCITÀ E SOPRAELEVATA

Negli anni sono state tantissime le modifiche apportate al circuito che oggi ha una lunghezza totale di 5793 metri. Nonostante i vari lavori, però, l’Autodromo non ha mai perso la sua unicità. Se chiedete a un appassionato la prima parola che gli viene in mente pensando all’Autodromo di Monza, potrà rispondervi solo in due modi: ‘velocità’ e ‘sopraelevata’. È in questo circuito che nel 2005, Kimi Räikkönen ha segnato la velocità massima mai raggiunta in Formula 1 raggiungendo i 370,1 km/h con la sua McLaren. La sopraelevata viene costruita nel 1955, 16 anni dopo la demolizione dell’originario anello della velocità per spingere le vetture verso prestazioni sempre maggiori. Nel farlo, i progettisti cercano un modo per evitare i cambi di marcia e l’uso dei freni. Il risultato è un anello simile a quello del 1922, ma rivisitato in chiave moderna. Il vero emblema, oltre che tecnico, è anche scenografico dato che le due curve della nuova creatura raggiungono un’inclinazione dell’80%. Nuovo logo Monza La sopraelevata non solo ha scritto pagine importanti per l’automobilismo mondiale, ma è diventata un punto di riferimento per la ricerca scientifica. Proprio per le velocità raggiunte, strumenti come il telepass, il guard-rail e l’asfalto drenante, sono stati studiati e messi a punto nell’Autodromo dove esiste un centro ricerche che sviluppa prodotti e servizi di pubblica utilità. Ma il 2022 sarà un anno magico non solo per Monza ma anche per il circuito di Imola che tornerà a ospitare la F1 stabilmente, e non per l’emergenza Covid. L’Italia diventerà così l’unico Stato a poter vantare due circuiti del mondiale.  di Giovanni Palmisano

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