Oltre la lite fra Tamberi padre e figlio
Il papà di Gimbo con un post su Facebook: “Mio figlio mi ha trattato come una pezza da piedi”. Quando il sentimento più profondo sembra venire meno
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Il papà di Gimbo con un post su Facebook: “Mio figlio mi ha trattato come una pezza da piedi”. Quando il sentimento più profondo sembra venire meno
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Oltre la lite fra Tamberi padre e figlio
Il papà di Gimbo con un post su Facebook: “Mio figlio mi ha trattato come una pezza da piedi”. Quando il sentimento più profondo sembra venire meno
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Il papà di Gimbo con un post su Facebook: “Mio figlio mi ha trattato come una pezza da piedi”. Quando il sentimento più profondo sembra venire meno
Il confine è sottile: genitori-allenatori tossici oppure non ingombranti custodi del successo dei figli. La materia è vasta e già in generale il rapporto fra padre (o madre) e figlio nella vita quotidiana è estremamente complesso, pieno di imprevisti e buche, con il punto di rottura sempre dietro l’angolo. Certamente lascia spiazzati il post che Marco Tamberi (papà nonché ex allenatore di Gianmarco detto Gimbo, campione olimpico in carica del salto in alto) ha scritto su Facebook: «Tuo figlio, dopo che ti sei giocato tutto, ma proprio tutto per lui, ti mette in mezzo a una strada da un giorno all’altro trattandoti come una pezza da piedi». Nelle pieghe di questo impulsivo messaggio (poi rimosso) c’è soprattutto dolore, andando per un attimo oltre le motivazioni che spingono un genitore a mettere in piazza – anche se virtuale – i rapporti privati con il figlio, che in un’intervista prima dello scorso Natale confermava di non sentire il padre dal giorno del suo matrimonio (dunque dall’1 settembre 2022).
I Tamberi non hanno saputo superare il distacco professionale avvenuto anche prima dell’oro ai Giochi di Tokyo 2020. Strade divise, nuovo allenatore per Gimbo. Da allora non c’è intervista ai due in cui non si faccia riferimento alla questione con tensione e livore reciproci. Con Gimbo che rimprovera al padre di avergli spiegato le cose «senza amore», riproponendo uno schema (quello di genitore-allenatore-tiranno) che abbiamo già visto diverse volte nel mondo dello sport di altissimo livello: dalla tennista Steffi Graf alle prese con il papà Peter allo sciatore Marc Girardelli con il padre Helmut, per arrivare alle più celebri sorelle del tennis – Serena e Venus Williams – che pur in guerra con il loro controverso genitore Richard non arrivarono mai a una rottura mediatica totale. I rapporti di questo tipo diventano materia complicata quando alla normale dialettica fra padre e figlio si unisce lo sport professionistico spinto al massimo, quando subentrano la mediaticità, l’ambizione, la scena, i guadagni, la celebrità. Spesso i rapporti si consumano, si deteriorano: non sono idilliaci per esempio quelli fra l’uomo d’affari americano LaVar Ball e i suoi tre figli iniziati al basket da bimbi che hanno anche giocato contemporaneamente nella Nba. I social fanno da moltiplicatore e la situazione rischia di sfuggire di mano definitivamente, come nel caso dei Tamberi. Un rapporto così compromesso e rancoroso, con il risentimento del figlio verso il papà ex allenatore per l’assenza di amore, ricorda i sentimenti messi su carta in un memorabile libro (“Open”) da uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi: Andre Agassi. Collezionò successi a raffica pur essendo cresciuto in un rapporto di amore e odio verso il suo sport a causa essenzialmente di suo padre Mike, ex pugile di origini iraniane che aveva costruito per il figlio un avvenire da campione fra botte, violenze verbali e allenamento militare.
In quel libro di Agassi, così come nelle parole dei Tamberi, c’è la sensazione che sia venuto meno (ma speriamo non sia così all’interno dei loro cuori) il sentimento più profondo. Qualcosa che non vale nessun titolo al mondo.
Di Nicola Sellitti
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