Paris2024, giorno 3 – Uno SPETTACOLARE Thomas Ceccon conquista l’oro nei 100m dorso! Rabbia per l’argento di Filippo Macchi nel fioretto
Terza giornata dei Giochi Olimpici di Parigi2024: Thomas Ceccon conquista l’oro nei 100m dorso! Argento (con molte contestazioni) per Filippo Macchi
Paris2024, giorno 3 – Uno SPETTACOLARE Thomas Ceccon conquista l’oro nei 100m dorso! Rabbia per l’argento di Filippo Macchi nel fioretto
Terza giornata dei Giochi Olimpici di Parigi2024: Thomas Ceccon conquista l’oro nei 100m dorso! Argento (con molte contestazioni) per Filippo Macchi
Paris2024, giorno 3 – Uno SPETTACOLARE Thomas Ceccon conquista l’oro nei 100m dorso! Rabbia per l’argento di Filippo Macchi nel fioretto
Terza giornata dei Giochi Olimpici di Parigi2024: Thomas Ceccon conquista l’oro nei 100m dorso! Argento (con molte contestazioni) per Filippo Macchi
Terza giornata dei Giochi Olimpici di Parigi2024: Thomas Ceccon conquista l’oro nei 100m dorso! Argento (con molte contestazioni) per Filippo Macchi
ore 22:30 Fioretto, è argento per Filippo Macchi. In finale vince Cheung Ka Long.
Raramente si è vista una finale più contestata di quella che ha portato Filippo Macchi a perdere nel fioretto maschile contro Cheung, da Hong Kong. Un match vibrante, conteso sino all’ultimo punto. Arrivati a 14-14, si sono susseguiti due punti contesi in cui i due giudici non sono stati in grado di assegnare il punto, tra le polemiche della panchina italiana. Un finale thrilling in cui il ct italiano Cerioni indica agli arbitri e agli avversari che era Macchi a meritare il titolo. Insomma, ancora decisioni arbitrali rivedibili. E’ diventata una costante ai Giochi parigini. In ogni caso, con Macchi arriva una nuova medaglia italiana e c’è il parziale riscatto della scherma, che sinora aveva offerto un bronzo con Gigi Samele nella sciabola. Si sale nel medagliere. Ma che peccato. E che rabbia.
di Nicola Sellitti
ore 21:30 Uno SPETTACOLARE Thomas Ceccon conquista l’oro nei 100m dorso! Per l’Italia è la seconda medaglia d’oro in queste Olimpiadi!
Benvenuti nel magico e strano mondo di Thomas Ceccon, anarchico di talento o meglio talento anarchico e unico abitante del pianeta dove vive. Dal 12esimo posto nelle semifinali dei 100 dorso all’oro olimpico. E’ la settima medaglia italiana che arriva 24 ore dopo il trionfo di Nicolò Martinenghi nei 100 rana. Non è un sogno, né un miracolo, Ceccon l’aveva detto chiaramente, con un pizzico di sana arroganza: sono il più forte, lo so, lo sanno anche gli avversari. Si è anche depilato il petto, ha raccontato in tv, per andare più forte. Era diventato anche paranoico per i Giochi, lamentandosi anche del “tempo perso” per gli allenamenti durante la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi definito “un giovane” come loro. Il podio sfiorato a Tokyo ha definito il salto tra i migliori. E’anche caduto ai Mondiali di Fukuoka, ora è lui il campione olimpico!
E dopo l’oro di Ceccon c’è la delusione di Benedetta Pilato, ai piedi del podio nei 100 rana. Medaglia distante di un solo centesimo, ai 90 metri la campionessa italiana era nel terzetto del podio.
di Nicola Sellitti
ore 18:30 – Judo, categoria -73kg maschile: niente da fare per l’azzurro Manuel Lombardo. Il moldavo Adil Osmanov vince il bronzo.
ore 17:00 – Judo: nel match di ripescaggio Manuel Lombardo batte il canadese Arthur Margelidon e accede alla finale per il bronzo nella categoria -73kg maschile contro il moldavo Adil Osmanov.
ore 15:00 – Djokovic vince su Nadal, in un match storico. Lo sport sa essere crudele. Anche con le leggende. Lo è stato oggi sul Centrale del Roland Garros, lo spazio vitale di una carriera per Rafa Nadal, spazzato via da Novak Djokovic nella loro sfida numero 60 (31-29 per il serbo), al secondo turno del singolare maschile. Non ci sono appigli, non ci sono sotterfugi o stratagemmi, la riconoscenza è una signora sconosciuta: lo spagnolo non è più lui ed è anche inevitabile. Gli infortuni lo hanno logorato, è già troppo aver prolungato l’agone con padre tempo. Continua ad andare avanti perché è Nadal, uno che non ha mai mollato una palla dall’ingresso nel circuito a 16 anni.
Fa male che il conto sia arrivato sul suo campo, dove ha vinto 14 volte il torneo, dove ha battuto due anni fa il serbo in quattro set, quando c’erano ancora brandelli della grandezza di Rafa. Due set veloci, anche troppo rapidi, anche se Nadal nel secondo parziale ha recuperato anche due break, ritrovando non si sa dove velocità di braccio e resistenza di gambe.
Il pubblico parigino è stato tutto per il suo eroe, lo spagnolo anche tedoforo sulla Senna, mentre il serbo si è trovato nel suo habitat naturale, dell’antagonista che ricava il massimo dagli applausi riservati all’avversario. Non è stata una sfida, semplicemente duole parecchio, trattandosi di Nadal. Anche lui a fine match si è sentito in difficoltà, non è mai stato senza armi.
Ma lo sport questo è, una selezione naturale, un eterno K2 da scalare. Il serbo è ancora pronto ad arrampicarsi, a due mesi scarsi dall’infortunio al Roland Garros, dove giocò due partite azzoppato, riuscendo non si sa come a vincerle pure, prima di ritirarsi e di farsi operare a un ginocchio. Rafa non può arrampicarsi più. La sua scalata lo porta dritto nella leggenda.
di Nicola Sellitti
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