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Rosso Italia

Una grandissima storia italiana. Francesco ‘Pecco’ Bagnaia è il primo italiano a vincere nella classe regina dall’ultima affermazione di Valentino Rossi nel 2009
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Una grandissima storia italiana. Francesco ‘Pecco’ Bagnaia è il primo italiano a vincere nella classe regina dall’ultima affermazione di Valentino Rossi nel 2009
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Una grandissima storia italiana. Francesco ‘Pecco’ Bagnaia è il primo italiano a vincere nella classe regina dall’ultima affermazione di Valentino Rossi nel 2009
Il trionfo di Francesco ‘Pecco’ Bagnaia in MotoGP, il primo di un pilota del nostro Paese su moto tricolore da cinquant’anni a questa parte, ha un valore simbolico e sostanziale enorme. Perché Bagnaia – anche il primo italiano a vincere nella classe regina dall’ultima affermazione di Valentino Rossi nel 2009 – non si è limitato a rinverdire con la Ducati i lontanissimi fasti della leggenda di Giacomo Agostini sulla MV Augusta. Ha scritto una pagina di storia anche industriale italiana. Proprio il parallelo con i tempi mitici di “Ago“ aiuta a comprendere la portata del trionfo della Ducati e di Bagnaia: oltre il dato statistico dei 91 punti recuperati in classifica mondiale – in una seconda parte di stagione semplicemente incredibile – è il dominio tecnico dell’abbinata moto-pilota a lasciare a bocca aperta. La Ducati ha portato a compimento un lungo percorso tecnico, fatto di ricerca e sperimentazione continua, che ha radici profonde. Nella storia della Ducati nelle corse – una seconda pelle per la fabbrica stessa – evidente sin dal giorno dell’esordio in MotoGP, nel 2003. A Borgo Panigale si sono sempre divertiti a stupire il mondo, progettando e realizzando moto ultra competitive, non sempre vincenti e a volte scorbutiche e troppo difficili (per un po’ si disse che solo l’australiano Casey Stoner potesse guidarle, non a caso campione del mondo su Ducati nel 2007), ma costantemente al vertice. Una realtà ultra tecnologica, ispirata da una visione antica eppure modernissima delle competizioni, capace di battagliare costantemente con i colossi giapponesi. Fino a disintegrarli nel mondiale di quest’anno, in cui i pezzi del puzzle sono andati a posto e Bagnaia da metà stagione ha salutato la compagnia e nessuno l’ha più visto. Un’impresa che non esitiamo a definire tecnologicamente titanica, vissuta con quel senso di appartenenza della squadra Rossa a due ruote, che rende ogni singola domenica in pista indimenticabile. La proprietà è tedesca, del gruppo Volkswagen, ma l’anima è italiana. Come colpiscono i corsi e ricorsi del neo campione del mondo Bagnaia, accolto da Valentino Rossi nella sua Academy e accompagnato in una crescita costante, a partire dal momento in cui Pecco meditava addirittura di mollare tutto. Così diverso dal “dottore“, il 25enne campione piemontese si è costruito quello che ha definito “il giorno più bello della mia vita“ con un’applicazione, una serietà, un senso del dovere e un rispetto per chi gli ha fornito questa meravigliosa Desmosedici GP semplicemente mirabili. Il futuro può essere suo, mentre Ducati ha già cominciato a costruirlo per rispondere all’ansia di rivincita dei giapponesi. Per ora, però, l’Italia vola via in fondo al rettilineo. Di Fulvio Giuliani

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