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Polonara, il destino, la malattia e la forza di superare tutto

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C’è una forza luminosa negli occhi di Achille Polonara. C’è la sua strada, il suo modo di affrontare la malattia che non può non colpire

Polonara, il destino, la malattia e la forza di superare tutto

C’è una forza luminosa negli occhi di Achille Polonara. C’è la sua strada, il suo modo di affrontare la malattia che non può non colpire

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Polonara, il destino, la malattia e la forza di superare tutto

C’è una forza luminosa negli occhi di Achille Polonara. C’è la sua strada, il suo modo di affrontare la malattia che non può non colpire

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C’è una forza luminosa negli occhi di Achille Polonara. C’è la sua strada, il suo modo di affrontare la malattia che non può non colpire o farci ammortizzare meglio il colpo della leucemia mieloide acuta che gli impone cure specialistiche all’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Trentatré anni, nel 2023 un cancro, poi la leucemia. La vita sa essere davvero durissima. Polonara è un marito, un padre, un apprezzato compagno di squadra. Uno dei pezzi principali dell’Italbasket che avrebbe dovuto regalarci qualche medaglia. Ma lui il suo mattone l’ha sempre portato alla causa.

È lui che ha rassicurato tutti via Instagram, in posa disteso sul letto d’ospedale con la moglie. “Andrà tutto bene”, scrive, con il piglio mostrato per anni sul parquet: Polonara è uno di quelli che ti porti in battaglia. Uno che difende e non molla di un centimetro. Anche se si dovrebbe andare oltre il linguaggio utilizzato – ovviamente a fin di bene – per chi si ammala di cancro o leucemia. Guerrieri, combattenti, leoni. Invece, semplicemente uomini, con le loro forze e debolezze. Tra l’altro, il capitano della nazionale italiana di basket è stato costretto dal male a non giocarsi la finale scudetto con la sua Virtus Bologna contro Brescia. E anche questo, per un agonista come lui, deve fare parecchio male.

Due anni fa venne fuori la storia del tumore a un testicolo. Chemioterapia e operazione chirurgica, due mesi dopo Achille era con i lacci allacciati a fare avanti e indietro sul parquet. La mamma lo sgridò pure perché rese pubblica la sua malattia. Sul cancro sconfitto, disse che gli era servito a capire quante volte nella vita di tutti i giorni non si apprezzano le semplici cose che ci capitano. “Dopo un tumore capisci cos’è il valore di ciò che si ha”. In Rete c’è chi si è avventurato a riportare che il tipo di leucemia che ha colpito Polonara sarebbe dovuto alla disattivazione di un gene derivante da un virus contaminato da un vaccino Covid mRNA. Una base solida per gli arrampicatori NoVax, di cui non si sente la mancanza. Ora arriverà il momento del silenzio, della sofferenza, delle cure. Si spera, sempre con quello sguardo luminoso. Sperando di rivederlo al più presto sul parquet.

Di Nicola Sellitti

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